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domenica 30 settembre 2012

World’s Chronicles

“Per quanto critiche possano essere la situazione e le circostanze in cui vi trovate, non disperate; è proprio nelle occasioni in cui c’è tutto da temere che non bisogna temere niente; è quando siamo circondati da pericoli di ogni tipo che non dobbiamo averne paura; è quando siamo senza risorse che dobbiamo contare su tutte; è quando siamo sorpresi che dobbiamo sorprendere il nemico.” (Sun Tzu -L’arte della guerra)
“Nella società degli spettacoli il vero non è che un momento del falso”
(Guy Debord)

“Ci siamo seduti dalla parte del torto perchè tutti gli altri posti erano occupati” (Bertold Brecht)

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Reuters Africa
TRIPOLI (Reuters) - In una parte di Tripoli, nota per la sua fedeltà a Muammar Gheddafi, due uomini sfogano la loro rabbia per la caduta del leader libico, urlando insulti ai media e chiamando giornalisti bugiardi, traditori e spie.
Le decine di migliaia di libici giubilanti che applaudivano i ribelli in marcia (n.d.t. ???) verso la capitale hanno rubato le luci della ribalta dei media. Ma tra gli altri, nella città ribolle la rabbia per la vittoriosa rivolta dei ribelli contro i 42 anni di comando di Gheddafi.
“Voi, media, non dite la verità, siete tutti traditori, spie,” gridò un tassista, il suo volto era contorto dalla rabbia, senza preoccuparsi che nelle vicinanze c’erano ribelli armati e zelanti.
“Avete svenduto il nostro Paese”, gridava un altro uomo che è venuto ad unirsi a lui, prima che uno scoppio assordante spingesse gli acqirenti nella strada trafficata ad abbassarsi e ad indietreggiare.
“Guarda qui,” ha gridato il tassista, indicando il giovane ribelle dall’altra parte della strada che aveva sparato un cannone antiaereo in aria. “Questo è ciò che il nostro paese è divenuto”, ha detto.
Spari echeggiano ancora per le strade della città, la maggior parte sono esuberanti colpi in aria sparati dai ribelli, ma alcuni dei quali, apparentemente, sono scontri tra loro e i sostenitori di Gheddafi.
A Tripoli nel quartiere di Batata, un negoziante  ha accompagnato questo giornalista in un angolo dell’attività lontano dai clienti.
«Gheddafi ci ha dato una vita migliore. Eravamo a nostro agio, potevamo andare da tutte le parti che volevamo. Ora non possiamo uscire per nulla. Ho amici nell’esercito di Gheddafi, e non si arrenderanno mai”, ha detto il ventenne.
“Solo Dio, Maometto e Muammar”, ha aggiunto, ripetendo un noto slogan  pro-Gheddafi che i ribelli si sono impegnati a cancellare, coprendolo con i loro graffiti proprio nei giorni scorsi.
La fedeltà del fratello del lavoratore del negozio è stata più sfumata.
“Prima, arrogante o no, sotto Gheddafi non c’erano uccisioni per le strade, nè armi. Ora, dopo la rivoluzione, ci sono uccisioni, paura. Vorrei che fosse ancora qui,” ha detto.
“Ci sono più sostenitori di Gheddafi che ribelli qui. Ma essi non possono agire in questo momento, mentre noi non sappiamo come sarà il futuro. Stanno aspettando che Gheddafi ritorni”, ha aggiunto.
Dove si trovi Gheddafi e suo figlio ed erede delfino Saif al-Islam, non si sa, e la leadership dei ribelli ha annunciato una taglia di $ 1 milione per la cattura di Gheddafi.
Fuori dal negozio, un tumulto è scoppiato mentre i ribelli spingevano un uomo dalla pelle scura in una macchina. Molti ribelli accusano i cittadini dei paesi africani vicini di essere mercenari per Gheddafi.
Carte d’identità del Ciad, Niger, Mali e altri Stati africani sono stati trovati sui corpi dei combattenti di Gheddafi.
Sabato scorso, i giornalisti hanno visto i corpi in putrefazione di 22 uomini di origine africana su una spiaggia di Tripoli. I volontari che erano venuti a seppellirli hanno detto che erano mercenari che i ribelli avevano ucciso.
La caccia ai lealisti
La rivolta contro il regime autoritario di Gheddafi in Libia è iniziata nell’est trascurato, dove il leader libico ha tentato di schiacciare la rivolta con carri armati e aerei da combattimento.
Gheddafi ha preso più cura della sua città natale, Sirte e la capitale, dove molti hanno beneficiato della sua generosità. Sirte non è ancora sotto controllo dei ribelli, e sacche di lealisti di Gheddafi stanno ancora combattendo contro i ribelli in altre parti della Libia.
Giovani ribelli armati, per lo più da zone più povere della Libia, ora controllano Tripoli. Molti di coloro che portano fucili e pistole sono poco più che adolescenti.
A Tripoli nel  quartiere di Abu Salim, una roccaforte ben nota di Gheddafi vicino alla sua Bab al-Azizya complesso militare, due giovani vagano in auto senza meta per le strade. Desiderosi di unirsi ai ribelli, che chiedevano armi e offrivano all’uomo un posto di blocco per la ricerca di sostenitori di Gheddafi.
Pochi lealisti esprimono le proprie opinioni apertamente, e a Tripoli prevale un clima di sospetto e di tensione.
Molte persone danno colpa degli attacchi contro i ribelli ad una “quinta colonna” di segreti lealisti di Gheddafi intenzionati a minare il movimento ribelle.
“Voi non sapete chi sono queste persone, sono quelli di cui aver paura”, ha detto Mohammed Aun, 20 anni, che aveva chiesto a un uomo della strada dove aveva trovato le armi. L’uomo, il funzionario Ghabri Habib, 40 anni, ha detto loro che devono chiedere un permesso ufficiale prima di prendere le armi – in realtà per sbarazzarsi dei ragazzi.
“Vogliamo che sia l’opposizione che i ribelli abbandonino le armi. Perché i cittadini dovrebbero portare armi, ora che Gheddafi se ne è andato?” ha detto.
Ghabri ha detto che prevede di andare di casa in casa e sollecitare le persone ad abbandonare le armi, un piano elaborato con le autorità locali. Ha tenuto, con un foglio di calcolo, un plico di fogli per registrarvi sopra le armi raccolte. Aveva solo raccolto due pezzi da mortaio il giorno precedente.
“Sono così tanti i sostenitori di Gheddafi qui, ma quando i ribelli sono arrivati ​​noi non li abbiamo indicati. Sono nostri fratelli, nostri vicini”, ha detto. “Se uno non ha una pistola e sostiene Gheddafi, e allora? Ho vissuto con loro per anni”, ha aggiunto.
CASE VUOTE
Il corpo di governo ribelle ha avvisato contro gli attacchi  per vendetta i combattenti ribelli, e in una serie di messaggi di testo ai telefoni cellulari libici ha esortato i propri connazionali a trattare umanamente i lealisti di Gheddafi catturati. Essi hanno anche in passato offerto l’amnistia a coloro che avrebbero deposto le armi. Molti dei più noti fedelissimi di Gheddafi sono fuggiti, lasciando le loro case vuote. Alcune sono ormai deturpate e saccheggiate. Dai graffiti di una casa: «La proprietà del popolo, non di quello arrogante”.
In un altro, ragazzi armati di un palo di metallo fracassano mobili, rompono porte e strappano manifesti di Gheddafi. Carte d’identità hanno mostrato che il proprietario della casa era un ufficiale militare.
Un residente di Abu Salim, che esprimeva la sua antipatia verso i ribelli, non era ottimista sul fatto che i fedelissimi Gheddafi sentissero che ne valeva la pena rinunciare alla lotta.
“Non c’erano problemi sotto Gheddafi. C’era sicurezza. Non abbiamo visto nulla dai ribelli. Essi non hanno una pianificazione. Guarda cosa sta succedendo. Non c’è luce, né acqua”, ha detto Adel Farhati, 37 anni, riferendosi alle carenze di acqua e luce.
“I ribelli non hanno intenzione di dare nulla ai sostenitori di Gheddafi. Essi sono troppo ben conosciuti, così contineranno solo a lottare.”
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    • NATO / Libya: Anders Fogh Rasmussen – chiamato criminale di guerra, viene ricoperto di vernice rossa  [28.08.2011]


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La primavera araba ha “deliziato al-Qaeda” e ha provocato “un disastro di intelligence” per gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, ha avvertito l’ex capo dell’unità della Cia incaricato di inseguire Osama bin Laden.
Parlando al festival Internazionale del Libro di Edimburgo, Michael Scheuer, ha dichiarato: “L’aiuto stavamo ottenendo dal servizio di intelligence egiziano, meno dal tunisino, ma certamente da quello libico e libanese, si è prosciugato – sia a causa del risentimento verso i nostri governi che hanno pugnalato i loro leaders politici alle spalle, o perché chi ha lavorato per i servizi se l’è filata nel timore di essere incarcerato o peggio. “La quantità di lavoro che è stato delegata ai servizi americani e britannici è enorme, e il risultato è la cecità nella nostra capacità di guardare cosa sta succedendo tra i militanti”. La primavera araba, ha detto, è stata “un disastro dell’intelligence per gli Stati Uniti e per la Gran Bretagna, e altri servizi europei”.
Scheuer è stato capo dell’unità su Bin Laden alla CIA dal 1996 al 1999, e ha lavorato come consulente speciale per il suo capo dal 2001-2004. Autore di una biografia su Bin Laden, insegna ora sulla pace e la sicurezza nel programma affari presso l’Università di Georgetown. Egli ha detto: “Il programma di consegne [n.d.t. sequestri illegali - illegal renditions] deve tornare – le persone che abbiamo ora sono in custodia da troppo tempo, in termini di informazioni che possono fornire negli interrogatori.
“La primavera araba è stata un disastro per noi in termini di raccolta di intelligence, e  oggi siamo ciechi sia a causa della primavera araba e sia perché non c’è nulla con cui sostituire il programma di consegne“.
Michael Scheuer
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La Russia venerdì ha intensificato l’ostilità nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla Siria, proponendo una risoluzione senza sanzioni per rivaleggiare con la richiesta di Europa-Stati Uniti che mira direttamente al presidente Bashar al-Assad. L’ambasciatore russo, Vitaly Churkin ha accusato gli alleati occidentali di «fomentare l’opposizione” in Siria con la loro richiesta di un congelamento dei beni degli Assad e del suo entourage e con l’embargo sulle armi contro Damasco.
Le risoluzioni rivali – provengono dalla Gran Bretagna, Francia, Germania, Portogallo e Stati Uniti da un lato, e dalla Russia dall’altro – sono state entrambe presentate venerdì, per un voto potenziale dal Consiglio di sicurezza di 15 nazioni.
La Russia ha dichiarato che è pronto a porre il veto qualsiasi risoluzione che preveda sanzioni. I paesi occidentali, che hanno invitato Assad a dimettersi, dicono che non accetteranno niente di meno delle sanzioni.
Un diplomatico occidentale ha definito la risoluzione russa “una manovra per dirottare i negoziati.” [...] La Russia ha insistito sul fatto che il tempo non è ancora giusto per misure punitive in risposta alla repressione che l’ONU dice che sia costata 2.200 vittime civili. Gli inviati russo e cinese hanno boicottato i colloqui informali sul progetto di risoluzione europea sulle sanzioni.

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WASHINGTON – Con un ulteriore scossa all’influenza degli Stati Uniti in Medio Oriente, la Cina dovrebbe votare a favore di uno stato palestinese quando la 66a Assemblea generale delle Nazioni Unite riprenderà il tema del prossimo mese, secondo il bollettino G2 Joseph Farah.
Il presidente cinese Hu Jintao ha detto al presidente palestinese Mahmoud Abbas, in uno scambio di note la scorsa settimana, che Pechino ha “sempre sostenuto i diritti legittimi del popolo palestinese di creare uno Stato indipendente” in settori come la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e Gerusalemme est.
Lo scambio di lettere tra Hu e Abbas avviene mentre il presidente palestinese lancia una grande offensiva diplomatica per ottenere il riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese indipendente. Abbas, in effetti, ha rinunciato alla posizione degli Stati Uniti dei primi colloqui bilaterali con Israele, per raggiungere una soluzione prima di andare alle Nazioni Unite. La modifica del corso è seguita alla ripresa israeliana della costruzione di insediamenti in Cisgiordania, che i palestinesi vogliono come parte del loro nuovo stato. Mentre la posizione della Cina non è una sorpresa, si complicano ulteriormente le relazioni USA-Cina nel momento in cui la posizione degli Stati Uniti in Medio Oriente si è indebolita.
La Cina sta esercitando la sua influenza anche altrove e ha innalzato sfide alla presenza militare americana in Asia orientale.
Pechino è diventato un “finanziatore di ultima istanza” [n.d.t. letter lender of last resort - istituzione che fa prestiti che nessun altro garantirebbe] per gli Stati Uniti per la somma di migliaia di miliardi. Essa detiene più di $ 3 miliardi di dollari di riserve in valuta estera, per lo più in titoli statunitensi.
Anche la Cina ha iniziato ad affermarsi e a sfidare Stati Uniti in Africa e in America Latina, il cortile statunitense.
L’ultima sfida di Pechino in Medio Oriente è quella di riempire un “vuoto di influenza”, mentre gli interessi cinesi si sono ampliati notevolmente lì negli ultimi anni.

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“La risoluzione del Senato degli Usa sulla cessazione della cosiddetta occupazione dell’Abhasia e dell’Ossezia del Sud è un grave sbaglio.” È quanto ha dichiarato il noto politico statunitense Patrick Bewkenen in un articolo pubblicato sul giornale online “The Post Chronicle”. Egli ha ricordato che nella risoluzione è detto che gli USA considerano l’Abhasia e l’Ossezia del Sud regioni della Georgia occupate dalla Russia. Ma, secondo le sue parole, i russi trovano qui un atteggiamento di gran lunga migliore rispetto ai georgiani. Al politico, che nel 2000 si era candidato alla presidenza negli USA, non è chiaro perché nelle attuali repubbliche indipendenti occorre ripristinare il governo che trova aperta avversione da parte della popolazione locale. Bewkenen ricorda che l’indagine effettuata dall’Ue  ha confermato che il conflitto scoppiato nell’agosto 2008  era iniziato con l’invazione dell’Ossezia del Sud da parte del regime di Saakashvili.

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  • Dalla Libia:
- Un anno fa 30.08.2010
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-50 dollari, questo è il costo che un giornalista europeo e americano devono sostenere per mettere su una sceneggiata a Tripoli a sostegno dei ribelli golpisti con bandiere donne  e bambini scorrazzanti. In mancanza evidente di manifestazioni spontanee degli abitanti di Tripoli i reporters ricorrono ad un pagamento in dollari o in euro per poter realizzare un servizio con cinque o sei sostenitori dei ribelli.
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- Spiacenti per la Lucia Goracci che che si prodiga sostenendo senza lo straccio di una prova storie infondate su civili bruciati dai lealisti di Gheddafi a Tripoli…tali stragi sono state allestite per i giornalisti dai ribelli golpisti con la copertura e l’avvallo della NATO. Come nei precedenti servizi da Tripoli molti giornalisti hanno fatto affermazioni sulla presenza di mercenari facendo da didascalie totalmente distorte alle immagini che avrebbero voluto documentare. Insomma avrebbero voluto dimostrare le proprie affermazioni con le immagini ma le immagini continuano a raccontare tutta un’altra storia. I veri mercenari (inglesi, americani, francesi e italiani) sono stati molti portatori di informazioni deformate grottescamente allo scopo di ammaestrarci come scimmie.
Il servizio del tg3 (20/feb/2011) la manipolazione era cominciata


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- Le stragi dei ribelli sono taciute e attribuite ai lealisti dagli inizi di Febbraio 2011.

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-RIA Novosti            [Mosca 29.08.2011]
La NATO ammette i suoi paesi membri, Regno Unito e Francia,
potrebbero avere truppe sul terreno in Libia.
In un’intervista con il sito web EUobserver, un anonimo funzionario della Nato ha ammesso che Gran Bretagna e Francia potrebbero avere schierato truppe in Libia, ma ha detto che sarebbe “ingiusto chiamarle forze della NATO.”
Nei riportato nei commenti dal canale di notizie russo Rossiya 24 di domenica, l’ambasciatore russo alla Nato, Dmitry Rogozin, ha detto che c’era “prova diretta” che le forze speciali britanniche e francesi stavano svolgendo operazioni di terra in Libia in violazione della risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
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Alcune settimane fa, i ribelli a Bengasi avevano erroneamente arrestato un gruppo di agenti britannici, che era stato spedito là da Londra la quale ha detto che erano dei diplomatici.  Più tardi, la Gran Bretagna, lo ha riferito The Telegraph, ha chiarito che i diplomatici avevano aiutato i ribelli nell’offensiva Tripoli . Come si è scoperto, vi erano anche specialisti in medicina legale fra loro, che sono difficili da trovare in Libia“.A cosa può servire uno specialista in medicina legale durante le ultime fasi dell’offensiva a Tripoli?
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Libyan rebel fighters in Tripoli
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Libyan rebel fighters in Tripoli

FONTE:http://gilguysparks.wordpress.com/2011/08/30/world-chronicles/

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