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sabato 6 ottobre 2012

World’s Chronicles 1.0.5

“Per quanto critiche possano essere la situazione e le circostanze in cui vi trovate, non disperate; è proprio nelle occasioni in cui c’è tutto da temere che non bisogna temere niente; è quando siamo circondati da pericoli di ogni tipo che non dobbiamo averne paura; è quando siamo senza risorse che dobbiamo contare su tutte; è quando siamo sorpresi che dobbiamo sorprendere il nemico.” (Sun Tzu -L’arte della guerra)
“Nella società degli spettacoli il vero non è che un momento del falso”
(Guy Debord)
“Ci siamo seduti dalla parte del torto perchè tutti gli altri posti erano occupati” (Bertold Brecht)

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  • Libya [08.09.2011] Aggiornamenti sul campo
ore 22 / Tripoli: combattimenti in città, nella periferia nord-occidentale, con l’artiglieria. Così, a Edden Salah dove sono state distrutte tre jeep ribelli con 6 golpisti a bordo. Ci sono informazioni che riferiscono dell’avanzata di un team pesantemente armato con al comando Khamis al-Gheddafi a Tripoli e alla periferia sud della zona di Az zawiya.
Bani Walid: i difensori sono fiduciosi nelle proprie capacità e sono determinati a lottare contro la coalizione coloniale fino alla fine. Ci sono stati rapporti contrastanti sul numero di bande degli assedianti di Bani Walid. Ieri è arrivata la notizia che le forze della coalizione hanno fallito il tentativo di entrare nella città, numerosi i morti tra gli aggressori.


Nel settore della coalizione il convoglio di Ali Tarragon, ministro del petrolio del CNT, ha subito un’imboscata nella quale 14 ribelli sono rimasti uccisi.
Non si interrompono i bombardamenti sulla città di Sirte.
Combattimenti anche a Az zawiya, ITAR-TASS ha riferito sulle atrocità dei ribelli in questa città.

Vale la pena di evidenziare ciò che sta accadendo a Bengasi: entropia sociale nei rapporti tra i quattro centri di potere della Cirenaica (le tribù Obeide e Haruba, le bande islamiste di Bengasi e i mercenari del Medio Oriente), a quanto pare, si è raggiunta una massa critica. Sono stati riportati casi di scontri tra diverse fazioni di ribelli, e anche l’uso della potenza aerea della NATO contro i ribelli di Bengasi. Forse, le tribù della Cirenaica, che vogliono piena libertà, hanno deciso di aderire al sindacato delle tribù che sostengono il governo della Jamahiriya. Per tutta la giornata di oggi si sono succedute informazioni su scontri nella città di Benghasi piuttosto intensi, culminate con un attacco al quartier generale del CNT. Sarebbero allora intervenuti elicotteri della coalizione NATO che avrebbero preso di mira la fazione degli estremisti islamici. Le notizie rimangono ancora frammentarie, visto il blackout di informazione che i golpisti vogliono imporre sostenendo davanti al mondo di aver conquistato l’intera Libya, cosa che invece sembra lontana dall’essere realizzata.
Anzi, a parti rovesciate, i ribelli, impossibilitati ad usufruire dei massicci interventi dei bombardamenti umanitari della NATO, visto che sono loro a controllare le infrastrutture principali, sono esposti ad un letale stillicidio di imboscate da parte delle forze regolari lealiste che non si sarebbero dissolte nel nulla, ma starebbero applicando precise istruzioni tattiche “mordi e fuggi” di una guerriglia molto pericolosa, considerando le divisioni affioranti fra i golpisti monarco-fascisti-alqaedisti della NATO.
Secondo varie stime, dal 70 all’80 per cento del territorio libico sarebbe ancora controllato dall’esercito e dalle tribù fedeli al colonnello Gheddafi.

L’Algeria sta per inviare aiuti umanitari in Libia. Hackers siriani e algerini hanno compiuto un attacco DDoS sul sito web della televisione Al-Jazeera.
Confermata da dati raccolti da precedenti relazioni la diffusione della guerriglia in alcune parti dell’Africa centrale: i governi del Mali e del Niger non nascondono la preoccupazione in relazione alla comparsa di uomini armati che destabilizzerebbero l’entroterra sahariano dei paesi in caso di sostegno ai ribelli, tale timore si aggiunge alla presenza islamista sempre più pesantemente armata.

ore 21 / Sirte: Negli ultimi tre giorni sono rimasti uccisi 892 libici sotto l’intenso bombardamento della NATO e più di 1200 sono i feriti.
Gli assediati dichiarano: “Siamo all’inferno, non possiamo seppellire i nostri morti”. “Gli ospedali non hanno medicine e le cure e le operazioni devono essere fatto senza anestesia, compresi i bambini.” “E ‘molto difficile sentire i bambini piangere.” Ma il nostro morale è alto.
Una grande esplosione sarebbe avvenuta nel pomeriggio a Tajura nella quale 14 auto sarebbero andate distrutte, quattro golpisti sarebbero morti e altri due feriti in una imboscata da parte dell’esercito regolare lealista libico.

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John Brennan, consigliere capo antiterrorismo del presidente Obama, ha detto ai giornalisti in Breakfast Monitor di questa mattina [08.09.2011] che alcuni elementi terroristici guardano alla Libia come ad un “bazar armi” e gli Stati Uniti stanno lavorando con il nuovo governo libico (pieno zeppo di terroristi islamici…) per mettere al sicuro le scorte di armi.

John O. Brennan è consulente capo dell’antiterrorismo per il presidente Usa Barack Obama; ufficialmente il suo titolo è vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale e l’antiterrorismo, ed è anche assistente del presidente; quindi sa quel che dice.
Le sue responsabilità comprendono i piani di supervisione per proteggere il paese dal terrorismo e rispondere ai disastri naturali, e si incontra con Obama quotidianamente.
Che uno dei giornalisti impagliati di Breakfast Monitor abbia avuto il coraggio di chiedere: “Chi ha trasformato la Libya in un bazar di armi per estremisti islamici…?
No, neanche a parlarne, non si pongono domande così sconvenienti e nemmeno bisognerebbe pensarle…
Tuttavia dopo il breakfast di questa mattina, siamo decisamente più tranquilli; se le cose vanno male, infatti, consola il fatto che ci sono dei larghi margini di peggioramento…
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  • Il Kirghizistan mette in guardia gli USA sulla chiusura anticipata della base di Manas. [08.09.2011]
Il Kirghizistan sta per affrontare in anticipo gli Stati Uniti sulla chiusura della base aerea di Manas Air Base, lo ha detto il primo ministro Almazbek Atambayev.
                             US Manas airbase in Kyrgyzstan. Photo: EPA
Ha aggiunto che il contratto di locazione degli Stati Uniti del centro di transito di Manas  scade nel 2014 ma il Kirghizistan ha deciso di affrontare la controparte statunitense in anticipo sulla questione in modo che le forze della coalizione abbiano abbastanza tempo per prepararsi per il ritiro.
Mr. Atambayev vuole che la base aerea di diventi di nuovo un aeroporto.
Allo stesso tempo, il Kirghizistan è pronto a istituire un centro per le operazioni civili di transito per la missione internazionale in Afghanistan.
Fonte:http://english.ruvr.ru/2011/09/08/55837669.html
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Il popolo americano scopre dalla CNN che i depositi di armi dell’esercito libico contenenti mine anticarro e antiuomo, gli SA-7 e i più sofisticati missili antiaerei da spalla SA-24s (made in Russia, possono abbattere un aereo che vola a 11.000 piedi), tonnellate di semtex, una quantità enorme di gas nervino e armi chimiche, stivate dagli anni ’70 nei depositi sotterranei dell’esercito, potrebbero finire nelle mani sbagliate. A suo tempo gli occidentali avevano fatto a gara a vendere armi al quel “bad guy” di Tripoli (l’Italia nel 2009 ha dato al rais armi per più di 111 milioni di dollari – cfr. scheda).
A defected Libyan soldier explains to a group of rebels how to use a shoulder-launched anti-aircraft missile (SA-7).
Al-qaeda nel Magreb e nel resto del Medio Oriente non sta più nella pelle, ben consapevole del ruolo avuto nel golpe sostenuto dalla NATO, per la spropositata quantità di armi di recente tecnologia che hanno nei mesi scorsi incamerato e quella che incamereranno nei prossimi giorni; la frenesia islamista sarebbe giustificata dal fatto che in Afghanistan nello scorso mese i talebani si sarebbero arrangiati con dei razzi RPG modificati artigianalmente per poter abbattere i CH-47 Chinook statunitensi mentre con gli SA-24s si prospetta vita dura per le forze aviotrasportate americane. Una bella boccata di ossigeno, quindi, per la guerriglia estremista islamica che potrà con armi migliori confrontarsi con gli alleati-nemici NATO, esportatori di democrazia nel mondo. Tempi duri anche per gli interessi francesi perchè la destabilizzazione del Nord Africa (che hanno voluto così strenuamente) e il proliferare di armi si ripercuoterà inevitabilmente anche su di loro. Gli analisti internazionali, in disaccordo su tutto, convergono però unanimemente su un punto e cioè che la situazione innescata in Libia avrà conseguenze imprevedibili, molto lontane da quelle prospettate dall’Eliseo o dal N.10 di Downing Street.
Anti Gadaffi Libyan soldiers
Gli estremisti fascisti di Benghasi (Abdel Hakim Belhadj in testa) chiedono le scuse e risarcimenti per le torture subite da CIA e MI6 e mandano a dire che di illegal renditions di estremisti islamici nemmeno se ne parla; i governi occidentali attanagliati da una crisi profonda e con la bava alla bocca per la conquista imperialista delle risorse libiche sembrano aver fatto un azzardo di cui potranno pentirsi in brevissimo tempo.
Il risveglio per i malfermi equilibri economici e politici occidentali si presenterà molto presto, non appena si saranno ripresi dalla sbornia dei finti festeggiamenti per la presa di una Tripoli di cartapesta, allestita dal quel faro dei diritti umani del Qatar, il grasso emiro Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani, che elude gli appuntamenti pubblici da quando, avvisato della taglia che pende sulla sua testa, di gran lunga più congrua di quel misero milione e mezzo di dollari posto sulla testa di Gheddafi, ha avuto conferma della credibilità delle minacce che incombono su di lui.
Tuttavia molti sanno che le case farmaceutiche hanno un vitale bisogno di malati e di nuove malattie, come le case produttrici di software antivirus hanno interesse che le minacce virali siano sempre potenzialmente elevate.
Nella stessa maniera i governi occidentali hanno necessità degli estremisti islamici da usare come manovalanza quando occorre, o da presentare come spauracchio terrorista per legittimare, alla bisogna, invasioni neocoloniali e romantici massacri all’insegna dei diritti umani.
Paradossalmente, se non fosse per l’estrema fluidità della situazione creata in nord Africa, l’avventuriera e rischiosa politica seguita da Cameron e da Sarkozy potrebbe, tutto sommato, sembrare lungimirante; l’Afghanistan e l’Iraq, scenari ben poco invidiabili per essere imitati, si stagliano, nondimeno, come macigni a ricordare il fallimento completo delle politiche neoimperialiste dei “bravi ragazzi” occidentali.
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  • Lunga vita a Fidel e alla rivoluzione del popolo cubano

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Fonte:http://gilguysparks.wordpress.com/2011/09/08/1459/

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