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domenica 10 marzo 2013

Libia – Dichiarazione di Hala Misrati del 9 marzo 2012 - Parte seconda

Libia – Dichiarazione di Hala Misrati del 9 marzo 2012 - Parte seconda (il seguito) … I ribelli imprigionano sua madre, suo padre ed i suoi due fratelli per vendetta
ALGERIA ISP / La grande giornalista Hala Misrati è intervenuta una seconda volta sulla chat room della Gran Libia dopo la sua liberazione.
Ha detto che oggi in Libia, si deve avere una banda armata per vivere comodamente.Che è necessario disporre di una milizia armata o si muore.
Ha inviato un messaggio ai Thowars (ribelli), quelli che non accettano questa situazione. Coloro che sono paralizzati. Essi si sono sollevati per uno scopo e si ritrovano invece con in mano qualcos’altro. Coloro che ritengono che il paese sia statodistrutto. Coloro che ritengono che la Libia sia perduta. Si sono rivoltati per rimuovere un dittatore (questi erano i loro propositi) e si ritrovano invece in mano a 1 milione di dittatori. Non sanno cosa fare. È ora che essi prendano una decisione. Purtroppo queste persone sono ora accusate di essere i “Tavor Khames” e cioè i “Lealisti al  leader libico Gheddafi .” Essi sono anche accusati di aver venduto la causa del 17 febbraio. Per questi thowars che dicono basta a ciò che sta accadendo ora e si rammaricano di questa guerra, l’accusa è pronta per loro.
Ha aggiunto che ha vissuto in un appartamento situato in un edificio nella regione Belkhir, un vicino di casa che viveva in un appartamento di sotto, un originario diMisurata, saliva di sopra dai ribelli per confrontarsi con loro riguardo le sue opinioni. Lui ha visto Hala Misrati e le ha persino parlato, ma lui non l’ha riconosciuta.Delle donne che erano nell’appartamento gli hanno chiesto dove si trovasse Hala Misrati, ed egli ha risposto che èa Souk jomoa e che lui sa dove è imprigionata. Il che dimostra che anche lui faceva parte dei ribelli indottrinati dalle menzogne  dei media. Ha aggiunto che lei era pronta a essere giudicata in tribunale, che lei non amava l’idea di lasciare la Libia, ma che purtroppo, fu costretta a partire , ma che sarebbe tornata. Quando la voce del suo assassinio è stata diffusa, le organizzazioni umanitarie, di persone provenienti da Francia, Gran Bretagna, della Svizzera, dai paesi arabi sono venuti in Libia per vedere la giornalista Hala Misrati. Ed il Procuratore Generale gli ha detto ogni volta che non sapeva dove si trovava! Queste organizzazioni umanitarie hanno anche contattato la famiglia di Hala Misrati. Quest’ultima ha raccomandato a tutte di contattare il Procuratore Generale perché lui sapeva benissimo dove fosse!
Il 19 febbraio 2012, Hala Misrati ha incontrato il procuratore generale durante la trasmissione della notizia del suo assassinio.Lei in quella occasione gli ha chiesto la data della sentenza. Quest’ultimo gli ha detto che che sta preparando le prove della suaaccusa. Lei gli ha chiesto dunque per quanto tempo dovrò aspettare? E così facendo e lei li ha trattati come ratti e topi!
Dopo il suo rilascio, dice che è pronta a presentare un reclamo presso la Corte internazionale dato che è stata imprigionata e ha subito numerosi abusi ed anche stupri. I suoi carcerieri non hannorispettato i diritti umani. E ‘impressionata ed affranta dal fatto chedopo la sua evasione, “Ibrahim Elmejerbi” ha dato ordine ai suoi uomini di andare a perquisire la casa di Hala Misrati ed ha fatto arrestare ed imprigionare tutta la sua famiglia e soprattutto sua madre, che è vecchia,suo padre ed i suoi due fratelli.
Ha aggiunto che ha ha contattato i rappresentanti delle organizzazioni umanitarie, a cui ha spiegato che lei non ha parlatodella sua situazione, ma di tutto ciò che accade in Libia. Ha detto che ora è questa la sua attività militante e che questo è il suo nuovo lavoro.
A ben presto il seguito …


Tratto da: Libia – Dichiarazione di Hala Misrati del 9 marzo 2012 – Parte seconda | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/03/12/libia-dichiarazione-di-hala-misrati-del-9-marzo-2012-parte-seconda/#ixzz2MCQZk4QE

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