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domenica 14 luglio 2013

Profughi della guerra libica, dall’Italia in Germania: indesiderati, protestano ad Amburgo.

09 luglio 2013
Profughi della guerra libica, dall’Italia in Germania: indesiderati, protestano ad Amburgo.
Circa 300 immigrati fuggiti dalla Libia vivono in un limbo legale divisi tra Germania e Italia; proteste della società civile e dell’opposizione in loro favore.


Quando due anni fa è scoppiata la rivoluzione in Libia, in migliaia sono fuggiti dal Paese in cerca di sicurezza e di occupazione altrove. Molti profughi si sono diretti verso l’isola di Lampedusa, ma le autorità italiane hanno poi chiuso le strutture di accoglienza, dando agli immigranti qualche centinaio di euro per andarsene.
Circa 300 africani provenienti da Togo, Ghana e Costa d’Avorio sono giunti ad Amburgo due mesi fa e almeno 80 di loro si sono stanziati presso una chiesa. I corrispondenti di France24 li hanno intervistati in una chiesa di Amburgo dove organizzazioni non governative hanno improvvisato un centro di accoglienza dove gli immigrati possono alloggiare. Ma la legge non è dalla loro parte, in quanto secondo le autorità tedesche spetterebbe all’Italia occuparsi di loro. Il permesso temporaneo, che le autorità italiane hanno fornito per poter lasciare l’Italia, permette loro di muoversi entro l’Unione europea ma non di stabilirsi e lavorare in uno dei Paesi Shengen. La chiesa di San Pietro ad Amburgo ha deciso quindi di aprire le porte a questi immigrati anche in protesta contro la durezza delle autorità tedesche. Sieghard Wilm, prete di San Pietro, dichiara: “Chiudere gli occhi su questo problema non è in alcun modo una soluzione […] le autorità tedesche stanno facendo come le tre scimmiette: non vedo, non parlo, non sento. È inaccettabile”.

Tuttavia, il sindaco di Amburgo ha tuonato che questi immigrati non hanno futuro in Germania, e dopo varie pressioni sul Governo italiano, sembra che l’Italia abbia accettato di riaccoglierli, ma questi vogliono restare in Germania, perché temono che le loro condizioni peggiorerebbero se tornassero in Italia. Per questo hanno creato una piccola tendopoli nel centro cittadino, dove ogni giorno si riuniscono per portare il loro caso all’opinione pubblica. Ci sono riusciti, poiché dopo pochi giorni anche 500 tedeschi, per lo più del partito di opposizione, hanno manifestato in loro sostegno, chiedendo una riforma legislativa che permetta agli immigrati di cercare lavoro in qualunque Paese Shengen, non solo in quello in cui giungono per la prima volta, come dichiara Ant Je Muller, del Partito dei Verdi: “Queste persone possono lavorare solo in Italia, Paese che non può prendersi questa responsabilità al momento. Se potessero cercare lavoro in Germania, la situazione cambierebbe drasticamente”. Tuttavia, nemmeno il tempo è dalla loro parte: se non si troverà una soluzione entro le prossime settimane, gli immigrati saranno espulsi verso l’Italia.
(Samantha Falciatori)

Fonte:http://immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=005520

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