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domenica 8 settembre 2013

Le Verità nascoste sul Premio Nobel (seconda parte).

4 agosto 2013
L'Inganno sopraffino come principale prerogativa di

legittimità! I Paradossi e le Verità nascoste del

Premio Nobel per la Pace

Non solo Ue – Obama, Xiaobo, Karman, Sirleaf: Nobel

meritati o prapaganda Usa a buon mercato?

di Luigi Armentano e Sergio Basile




Oslo, Washington – “In tempi di menzogna universale dire la verità diventa un atto rivoluzionario” (Orwell, 1984). L'inganno sopraffino e la propaganda sistematica fin dalle più alte schiere "celesti" dell'intellighenzia occidentale e mondialista sono oggi, volenti o nolenti, le principali prerogative di potere e legittimità. Per capirlo non c'è bisogno di scomodarsi più di tanto.. Non c'è bisogno di interpellare la pur nutrita schiera di scrittori ed intellettuali di sorta e/o dei cosiddetti "complottisti". Premesso che si possa parlare ancora di "complottismo" visto che quel che accade ormai è sotto gli occhi di tutti coloro i quali vogliono vedere… Dunque è necessario proprio questo: avere occhi per vedere. Solo questo! Volete un esempio? Beh, eccovi accontentati! L'attribuzione - tranne qualche inoppugnabile e sporadica eccezione – del Premio Nobel per la Pace!

Dietro i processi di Legittimazione del Potere

Questa nuova Rubrica dell'Osservatorio Nazionale sulle politiche Ue, giunta al secondo capitolo, spiega, in pratica, quando sia importante, fondamentale, comprendere il divenire dei processi di legittimazione del potere a livello internazionale, al fine di evitare di rimanere inconsapevolmente ingabbiati in convinzioni e teoremi assunti dal sistema al grado di verità incontrovertibili (o inspiegati e presunti dogmi) sui quali – magari – costruire castelli di carta di natura politica o economica. Castelli creati ad hoc da alcuni grandi burattinai occulti della storia, al fine di conservare il potere e legittimare azioni e gesti spesso ingiustificabili ed assolutamente (umanamente e moralmente) insensati. Ma andiamo per ordine, iniziando dalle origini. In particolare la nostra analisi trova genesi da un fatto davvero particolare. Un fatto - come visto nel Primo Capitolo – che sarebbe stato destinato a far discutere il mondo, gettando nello sconcerto gran parte di esso. Il tutto può essere ricondotto ad una data ben precisa: 12 ottobre 2012, giorno in cui il Premio Nobel per la Pace - come noto - è stato attribuito all'Unione europea "per avere, per oltre sei decenni, contribuito all'avanzamento della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa”. Questa è stata la paradossale, fantasiosa ed a tratti – consentiteci – imbarazzante citazione incisa a grandi lettere nello stesso documento del Premio. Questa bizzarria ci ha portato ad indagare sulla composizione del Comitato di assegnazione del Nobel per la Pace e sulle dinamiche palesi ed occulte che stanno e sono state dietro la sua assegnazione. Ferma restando, ovviamente, l'assegnazione di alcuni Nobel a personsaggi assolutamente meritevoli. Tra tutti ci piace citarne uno: Madre Teressa di Calcutta, premiata nel 1979 "per il lavoro compiuto nella lotta per vincere la povertà e la miseria, che costituiscono anche una minaccia per la pace"(video in allegato).



L'Asse Oslo-Bruxelles-Washington

Ma perchè questo premio, dopo essere stato assegnato addirittura ad Obama, ora dà bella mostra di sé sulla scrivania dei membri di spicco dell'euro-casta? E' soprattutto chi è stato il vero artefice di questa scelta? Abbiamo cercato di dar risposta a queste domande, partendo da lontano, analizzando cioè il curriculum vitae e la carriera dei membri dello stesso comitato di assegnazione: singolare realtà che si compone, ad oggi, di 5 membri ufficiali nominati dallo Storting – il Parlamento Norvegese - più uno aggiunto. Ricapitolando, essi sono: 1) Thorbjon Jagland (presidente del Nobel da 3 anni; ultra europeista, spesso tacciato in Norvegia di incompetenza e non certo noto per il suo acume; 2) Kaci Kullmann-Five, al comitato Nobel da 9 anni; 3) Berit Reiss-Andersen, avvocato privo, tuttavia, di particolari competenze in diritto internazionale, al comitato Nobel da meno di uno anno; 4) Inger-Marie Ytterhorn, di un partito di destra, al comitato Nobel da 12 anni; 5) Ågot Valle, proveniente da un partito di sinistra, da 4 anni al comitato Nobel; 6) Geir Lundestad, classe '45, professore ultra-competente in materia internazionale, legato a doppio filo alla dirigenza americana e Grande Direttore dell'Istituto Nobel, nonché segretario del Comitato Nobel da 23 anni. Lundestad – come visto nella prima parte – ha ricoperto il ruolo di ricercatore in "questioni internazionali" presso l'Università di Harvard e al Woodrow Wilson International Center, "santuario dell'intellighenzia americanista" sito nel cuore dell'Impero Usa, Washington D.C.

Lo Stupore del Mondo

Adesso, continuando la nostra indagine, compiamo un'altra piccola trasmigrazione, tornando ad Oslo ed analizziamo il contesto geografico-urbano nel quale sorge l'istituto Nobel. Guardandoci attorno, scopriamo interessanti e nuove prospettive di analisi. Nuovi sorprendenti scenari. L'ambasciata degli Stati Uniti si trova curiosamente a soli 57 metri dall'edificio che ospita il Comitato Nobel!, cioè l'organo che assegna ogni anno "il gioiello" per eccellenza dei tesori della Norvegia. Ospitarlo (Il Nobel) è un onore assimilabile, anche se con diverse ed ovvie scale di valori, al prestigio che riveste Roma, nell'ospitare il rappresentante della Chiesa Universale. O meglio – esempio più calzante e consono – l'onore che vanta Bruxelles nell'ospitare non solo gli avveneristici e faraonici edifici delle istituzioni comunitarie, ma anche la sede della NATO (poco distante) nonché la base logistica di quasi tutte le principali multinazionali continentali ed internazionali. Ma a parte questa parentesi, una cosa è certa: ospitare il Nobel per la Pace per la Norvegia è uno spot senza prezzo. Un privilegio unico, capace di scatenare attorno ad Oslo, passioni ed interessi altissimi, veicolando l'attenzione su fatti che nell'economia delle relazioni internazionali possono essere considerati, a ragione, decisivi per la formazione di idee e consapevolezze diffuse a livello planetario. Torniamo sempre al solito discroso: oggi più che mai si tratta di un processo di legittimazione del potere. In tal senso è interessante continuare la nostra digressione, esaminando il profilo degli illustri premiati. Ciò - senza scomodare personaggi come il Dalai Lama e/o Aung San Suu Kyi - focalizzando la nostra analisi sull'ultimo quadriennio utile: 2009-2012.



2009 – Barack Obama, Premio Nobel per la Pace?

Molti sono rimasti sorpresi dell'attribuzione del Nobel per la Pace ad Obama mentre sotto la sua Presidenza, gli Stati Uniti sono stati il primo paese al mondo per spese belliche. Il bilancio militare americano è infatti superiore addirittura alla somma dei bilanci militari di tutti gli altri paesi del mondo messi assieme (Fonte: dipertimento della Difesa Usa, 2012). Pazzesco! Ancor più paradossale è ricordare – in tal ottica – il fatto che Barack Obama sia stato (ed è) anche colui il quale ha autorizzato (ed autorizza) con molta nonchalance l'utilizzo, in diversi teatri, di strumenti di morte e distruzione come i droni e gli sniper (Es.: Vedi paradigmaAfghano). Ma nei giorni che seguirono la premiazione alcuni quotidiani norvegesi osarono disallinearsi dal "politically Correct" e un paio di essi titolarono "Nobel-flertallet argumenterte mot obama", che significa: "una maggioranza dei Nobel erano contro Obama…" ed è logico. Ma se 3 dei 5 membri del comitato erano contro, allora perché Obama ha ricevuto il Nobel per la Pace? Beh, la conclusione è logica: l'americanista Geir Lundestad si è attribuito un diritto di voto implicito: diritto che – in caso di pareggi o divisioni – evidentemente vale doppio. Quindi il comitato Nobel non è costituito di 5 membri ma da 5+1! E scopriamo addirittura che il famoso quinto membro aggiuntivo è capace di ribaltare – a quanto pare – le decisioni "democratiche" dei restanti membri eletti dallo Storting.

2010 – Il Curioso caso del Cinese Liu Xiaobo

Un altro caso molto eloquente è stato quello che ha visto protagonista l'anno seguente (2010) il dissidente cinese Liu Xiaobo. Ma chi è Xiaobo? Interessante è la ricostruzione biografica che ne fa sul proprio sito France Culture. Il sito dipinge il 54enne professore (nel 1989, ritornato degli States) come uno dei protagonisti della cosiddetta “Primavera di Pekino”, in Piazza Tiananmen. Qui Xiaobo iniziò uno sciopero della fame all'epoca molto strumentalizzato dai media. Tra 1989 e 1990 fu imprigionato senza essere stato condannato (quid de Guantanamo) e alcuni anni dopo (1996) fu mandato in un campo di lavoro per una sorta di rieducazione forzata, fino al 1999. Dieci anni dopo (2009) fu condannato a 11 anni di carcere per “condotte sovversive" contro lo stato. A conclusione di questo peregrinare, il comitato gli assegnò, in data 7 ottobre 2010, il Premio Nobel per la Pace. Questa almeno è stata la presentazione mediatica fatta al pubblico occidentale! Una propaganda – evidentemente – filo-americanista, protesa a demonizzare oltre ogni limite il governo Cinese. Non che si tratti di una schiera celeste di angeli! Intendiamoci!



Oltre la Propaganda Ufficiale - Chi è davvero Liu Hiaobo?

Ma ora facciamo un balzo in avanti, dimentichiamo "France Culture" e scopriamo davvero chi è il Prof. Liu Xiaobo, dietro l'immagine del Nobel Liu Xiaobo. Docente presso le Univesità di Oslo, Hawaii e Columbia (New York) in un intervista del 1988 al giornale di Hong Kong “Liberation Monthly”, il nostro professore osò dichiarare quanto segue: “se a Hong Kong ci sono voluti 100 anni di colonizzazione, per farla diventare com'è oggi, ci vorrebbero 300 anni di colonizzazione alla Cina, per farla divenire come Hong Kong. Ma non sono sicuro che ciò sarebbe sufficiente”. Si tratta – come vedete – di un cinese che auspica che le potenze occidentali possano ricolonizzare il suo Paese d'origine! Davvero patriottico! Non trovate? Ma Liu in quell'occasione si superò e – giusto per non farsi mancare nulla – aggiunse: “la modernizzazione è sinonimo di occidentalizzazione totale”; e ancora: “scegliere di vivere significa scegliere il modo di vita occidentale! La differenza tra il modo di vita occidentale e il modo di vita cinese è la stessa differenza che c'è tra umani e non umani. Non c'è compromesso! L'occidentalizzazione è la scelta non della nazione ma della razza umana”. Degno di nota anche quanto Liu Xiaobo osò esternare qualche tempo dopo. Una dichiarazione al limite della decenza. Anzi decisamente indecente e fuori dal mondo: “il mondo libero sotto direzione degli Stati Uniti ha lottato contro tutti i regimi che non rispettano i diritti umani. Le importanti guerre fatte dal governo americano sono difendibili sul piano etico”. (Confronta anche "Ren yu renquan, Humanity and Human Rights, Gennaio 2007"). Cosa dire? Si commenta da sé! In effetti è proprio una dichiarazione da "Premio Nobel"… Si, ma per la paraculaggine!

Esaltazione delle "Guerre Etiche" degli Usa

Ora, un tipo dotato di una tale patente di "legittimità internazionale" avrebbe potuto e dovuto fare ben altre dichiarazioni, visti e considerati i tempi tremendi nei quali viviamo, ma stranamente il professor Xiaobo ha optato per le esternazioni più fuoriluogo e contraddittorie di sempre, sostenendo come le guerre Usa (si pensi ad esempio all'Iraq-Kuwait o alla Libia) siano difendibili sul piano etico! Perchè? Cerciamo di comprenderlo assieme.



La Longa Manus della CIA?

Secondo Il Quotidiano del Popolo (giornale cinese) il professor Xiaobo iniziò a lavorare negli Anni Novanta per la rivista Cina Democratica, ricevendo (nel 1995) uno stipendio, niente male, pari a 23mila dollari. Sapete da chi era finanziata la rivista? Beh non ci vuole troppa fantasia! Dalla National Endowment for Democraty o NED, con i fondi provenienti in gran parte dal Dipartimento di Stato, longa manus della CIA (anche Wikipedia lo dice). Successivamente, nel 2004, il nostro "patriota" pubblicò un libro titolato "Victory to the Anglo-American Freedom Alliance", nel quale dipinse le guerre Usa intervenute dopo la cosiddetta "Guerra Fredda" come “il miglior modo in cui le guerre devono essere fatte per una moderna civilizzazione”, divenendo in tal senso profeta del cosiddetto "Iraq Libero". Pertanto fu un supporter della stretegia del NWO in Iraq. Però! Non c'è male finora come quadretto! Ma ora ecco venire il gran finale: durante le elezioni presidenziali americane del 2004, Xiaobo si congratulò con il Presidente uscente George Bush per il suo sforzo bellico in Iraq, rincarando la dose con un'altra perla americanista: "qualunque sia la gravità dei rischi per sconfiggere Saddam Hussein l'inattività potrebbe causare un rischio ancora maggiore, come dimostrano la Seconda Guerra Mondiale e l'11 Settembre": in pratica 2 dei più grandi inganni e falsi storici dell'umanità.

La Guerra in Iraq, "una guerra giusta!"

Ma per il saggio e acculturato professore era tutto ok. "La guerra contro Saddam Hussein - ammise in un altro clamoroso passaggio – è giusta e la decisione del Presidente Bush è buona". Ricordiamo che – chiacchiere a parte - si trattò di una guerra illegale secondo il diritto internazionale, istituita su un falso alibi, quello del possesso di armi di distruzione di massa al quale il Consiglio di Sicurezza dell'ONU non diede mai la propria approvazione. Gli unici a detenere armi di distruzione di massa, furono gli stessi invasori, cioè gli Stati Uniti. Questa guerra con embarghi e tutto ciò che ne seguì, fece centinaia di migliaia di morti. Ma evidentemente questi raccapriccianti dati poco interessarono al nostro "Paladino della Pace", il quale – e chiudiamo in bellezza – dal 2003 al 2007, fu presidente del Chinese Pen Center, un organismo situato in Svezia e finanziato anche lui dalla NED. Dopo questa sfilsa importante di indizi prodotti, siete ancora convinti della trasparenza nell'assegnazione del Nobel per la Pace a Liu Xiaobo? Non potrebbe sorgere nell'anticamera della vostra mente il sospetto che si tratti di un agente d'influenza degli Stati Uniti? Beh, noi in effetti qualche piccolo dubbio in merito ce l'abbiamo!



Premio Nobel per la Pace – 2011

Ora passiamo al 2011, anno in cui il Nobel per la Pace fu assegnato a tre donne tra le quali Ellen Jonhson Sirleaf, presidente dello Liberia, fresca di studi negli Stati Uniti, ed eletta presidente solo pochi anni prima, nel 2005. Non prima però di essere stata protagonista di altri strani eventi, come quello datato 5 novembre 2007, quando George Bush gli riconobbe la medaglia della libertà. 4 anni dopo ecco giungere il Nobel, una "manna dal cielo" proprio in piena campagna elettorale, un provvidenziale segno che la aiutò a farsi rieleggere alla guida della Liberia. Come se Sarkozy – cari lettori - avesse ricevuto il "Premio" nel bel mezzo dei due turni per le presidenziali 2012. Quando si dice la Provvidenza! Anche in questo caso, dunque, esistono un buon numero di indizi per azzardare l'ipotesi che Ellen Jonhson Sirleaf sia in realtà un agente di influenza americano.

"Medaglia della Libertà e "Women of Courage Award" – L'investitura

La Seconda donna a ricevere il Nobel per la pace nel 2011 è stata Tawakkul karman, ricevuta pochi giorni dopo, con gran enfasi dall'intero entourage del Dipartimento di Stato USA e da Hillary Clinton (in data 28 ottobre 2011). Si tratta di una donna d'origini turco-yemenite, nata nel 1979, quindi "Nobel per la Pace" ad appena 32 anni: un record! Una sorta di ragazza prodigio! Ma cosa avrà fatto di così grande e mirabile, in supporto dell'umanità? Beh semplice: nel 2010 la Tarman riceve il Premio Donna di Coraggio (Women of Courage Award) dal Dipartimento di Stato Americano. Quindi ormai traspare piuttosto chiaramente bontà della regola secondo cui per avere il Nobel, bisogna prima passare da Washington. In pratica, come dire, è preferibile avere prima una medaglia americana… la "Medaglia della Libertà" o la "Women of Courage Award" per esempio. Ma in ogni famiglia c'è una pecora nera… E' forse per questo che suo fratello, il poeta Tariq Karman, in tempi non sospetti l'accusò pubblicamente di "collaborazionismo con gli Stati Uniti". Sarà stato per invidia? Che dite? Ma Tawakkul non si scompose più di tanto, rispondendo per le righe: "Io ho infatti legami strategici con organizzazioni americane impegnate nella difesa dei diritti umani, con le ambasciate degli Stati Uniti e con funzionari del Dipartimento di Stato americano. Ma sono rapporti tra pari, io non sono il loro oggetto". Ma dimenticavamo di aggiungere che Tawakkul karman - per chi non lo sapesse – è stata, intellettualmente parlando, una delle principali sostenitrici delle rivoluzioni della cosiddetta "Primavera Araba", ribattezzate in centinaia di articoli dall'Osservatorio "Qui Europa" con il più appropriato termine di "Primavere della Morte". Anche la Tarman - come la Sirleaf e il professor Hiaobo – potrebbe considerarsi, pertanto, un agente di influenza americano. Che dite?



Il "pericolo Al Qaeda"…

Intanto, mentre scriviamo questa storia apprendiamo con sorpresa la notizia che gli Usa nelle ultime ore hanno lanciato un ennesimo allarme planetario sul "pericolo" di nuovi ed eventuali "attentati terroristici" (probabilmente stile 11 Settembre?) riconducibili ad Al Qaida. A lanciarlo lo stesso Dipartimento di Stato, all'indirizzo di tutti i turisti americani che in questa calda estate intendessero solcare i cieli del Medio Oriente, Nord Africa e Penisola arabica. Un "Travel altert" che scadrà il 31 agosto. Un appello da leggere e, evidentemente, rileggere utilizzando i codici e le password concettuali sopra fornite. Buone Vacanze a tutti! e alla prossima

Preso da:http://www.quieuropa.it/rubrica-le-verita-nascoste-sul-premio-nobel-seconda-parte/

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