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venerdì 23 maggio 2014

Hein (Consiglio italiani per i rifugiati): "Subito i corridoi umanitari in Libia e in Egitto"

di Giovanni Maria Bellu

E' scontro tra l'Italia e l'Europa sugli immigrati. Col ministro dell'Interno Angelino Alfano che accusa la Ue di averci lasciato soli, e la Commissione europea che replica affermando che l'Italia non ha mai fatto richieste precise. Ad avere le idee chiare sono le associazioni che da sempre seguono il dramma dei rifugiati. Indicano una strada praticabile da subito: realizzare i "corridoi umanitari." Cioè aprire le ambasciate e i consolati ai richiedenti asilo e concedere a chi ne ha diritto dei "visti provvisori" per entrare in Europa regolarmente. Ne abbiamo parlato con Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati, che indica due Paesi dove si potrebbe subito realizzare le vie d'accesso legali: la Libia e l'Egitto.La Libia? E' un paese totalmente fuori controllo. E' realistico pensare di poter realizzare corridoi umanitari in quella situazione?
"E' certamente difficile, perché la situazione è molto complessa, ma è un fatto che più del 90 per cento di quanti arrivano in Italia partono proprio dalla Libia ed è quindi là che si deve intervenire. La situazione è caotica, ma tutti i Paesi dell'Unione europea hanno rappresentanze diplomatiche a Tripoli e la voce forte dell'Europa può richiamare la Libia al rispetto dei diritti umani. E' difficile ma il tentativo va fatto".
Quale procedura dovrebbero seguire i migranti?
"Dovrebbero recarsi nelle sedi diplomatiche europee di Tripoli e del Cairo, esporre la loro situazione. Quanti ne hanno diritto - cioè si trovano nelle condizioni previste dalla legge – otterrebbero un visto per motivi umanitari o per obblighi internazionali. Sto parlando di una cosa già prevista dal codice dei visti Schengen, anche se è stata praticata molto raramente".L'avvio di questa procedura può essere un'alternativa Mare Nostrum?
"Mare Nostrum non può essere messa in discussione oggi. L'ultima tragedia è la prima e l'unica avvenuta dal 3 ottobre all'interno del raggio di azione dell'operazione di salvataggio ed è anche una tragica conferma di quanto Mare Nostrum sia indispensabile. Infatti ci dà un'idea di cosa sarebbe potuto succedere in questi mesi se la Marina Militare Italiana non avesse presidiato il Mediterraneo".Si hanno cifre certe sul numero delle vittime di questo naufragio?
"No, e probabilmente non lo sapremo mai. I superstiti dicono che sull'imbarcazione erano salite 400 persone circa; sappiamo che 215 sono state salvate e sono stati recuperati nove corpi. Questo fa pensare a quasi duecento vittime. Ma, ripeto, si tratta di una stima perché non esistono liste dei passeggeri e dobbiamo affidarci alle impressioni dei testimoni. D'altra parte ci saremmo trovati nella stessa situazione anche il 3 ottobre se il naufragio non fosse avvenuto a poca distanza da Lampedusa".Di certo con Mare Nostrum l'Italia ha le carte in regole per rivendicare il sostegno dell'Europa.
"Non sono d'accordo. Perché a fronte dell'impegno straordinario nell'azione di salvataggio non c'è stato ancora un adeguamento del sistema di accoglienza. Potremo dire di avere le carte in regola quando faremo finalmente ordine in casa nostra".Il commissario europea Cecilia Malmstrom ha detto che se ciascun Paese dell'Unione prendesse l'impegno di accogliere anche solo poche migliaia di rifugiati una parte del problema sarebbe risolto.
"Il fatto è che attualmente non esiste un piano europeo che, sulla base del principio di solidarietà, definisca i criteri per distribuire i rifugiati nei diversi paesi dell'Unione. D'altra parte, anche quanto alla possibilità di rilascio di visti provvisori per motivi umanitari o obblighi internazionali non esistono ancora delle linee guida, per cui le decisioni sono affidate alla totale discrezionalità dei singoli paesi".13 maggio 2014
Fonte: http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/14/05/corridoi-umanitari-libia.html

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