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giovedì 28 agosto 2014

Aeroporto agli islamici, il Parlamento è esiliato. La Libia sta esplodendo

Appena arrivata la notizia che gli islamisti avrebbero preso l' aeroporto di Tripoli, tutti a fare a gara per dare la "notizia" per primi, dopo poche ore i RATTI di Misurata hanno dovuto abbandonare l' aeroporto, che adesso è nelle mani di Zintan, ma questo i nostri media hanno "dimenticato" di dirlo. Gli stessi media non dicono che quasi ogni giorno le tribù individuano RATTI psicopatici, mercenari stranieri, nelle file della milizia di Misurata,spesso indicate come fratelli musulmani, o islamisti, sempre con addosso falsi passaporti libici, e molto denaro, Euro.
Coste senza controllo, Tripoli è spettrale.
24/08/2014
guido ruotolo
roma
Terribili le notizie che arrivano dalla Libia. Altri duecento annegati, dispersi, che si erano imbarcati su una bagnarola che si è rovesciata, nel tentativo di raggiungere probabilmente l’Italia. Somali ed eritrei, dovrebbero essere le vittime. Poco sappiamo della dinamica della tragedia, perché questa volta noi non c’eravamo, i nostri mezzi, Mare Nostrum, erano troppo lontani dal luogo del naufragio a poche miglia dal litorale di Tripoli. E sono intervenuti i mezzi libici. Si piangono i morti e si temono altre stragi di innocenti. E tutto questo mentre il Paese continua ad essere dilaniato dai conflitti tra le diverse milizie. Quelle di Misurata, considerate filoislamiche, ieri hanno annunciato di aver conquistato l’aeroporto di Tripoli.



Adesso si aspetta che gli avversari di Zintan annuncino i loro trofei. E Tripoli, intanto, è sempre di più una città spettrale, deserta, che vive sotto un perenne coprifuoco. L’immagine di una autorevole fonte della Farnesina è quella di un «golpe bianco in atto a Tripoli». Mentre il neoparlamento "eletto" a giugno si è ritirato in una sorta di Aventino libico a Tobruk, in attesa che si creino le condizioni di agibilità democratica a Tripoli, la nostra ambasciata, l’unica aperta, è diventata un punto di riferimento e di negoziati tra le milizie contrapposte.



I tempi della politica (estera) sono molto lenti rispetto alle urgenze. Le informazioni “satellitari” e di intelligence sul campo sono drammatiche. Lungo i 170 chilometri di costa utilizzati dalla flotta di natanti che trasporta i disperati che cercano di arrivare in Italia per poi ricongiungersi con parenti e amici in altri paesi europei, ogni casa di ogni villaggio, piccolo centro o cittadina, nasconde due o tre immigrati, rifugiati, irregolari in attesa di salpare. Dai sindaci in giù, sono tutti “dipendenti” della industria del traffico dei clandestini. Città come Zwarah sono diventate ricche, con i cantieri navali e i porti di partenza.



Sono ancora decine di migliaia gli immigrati che aspettano di salpare. Dal primo gennaio a ieri mattina, le statistiche ufficiali fissavano in 104.928 gli uomini, donne, vecchi e bambini salvati o sbarcati in Italia. Almeno duemila, sono gli immigrati che mancano all’appello. Insomma, che sarebbero morti in questi mesi perché barconi e gommoni sono affondati. Se Mare Nostrum dovesse concludersi e i mezzi della Marina militare e delle Capitanerie di porto dovessero rientrare nei porti italiani, cosa si può ipotizzare che accadrã? Una strage a giorni alterni?



In dieci mesi quasi settantamila salvataggi. È il bilancio di Mare nostrum. Un fiore all’occhiello per l’Italia. Da un certo punto di vista un credito significativo per il nostro Paese da parte di quei Paesi da dove partono i disperati, salvati appunto dai nostri mezzi. Chi in queste ore è impegnato nella difficile organizzazione dei salvataggi commenta: «Mare Nostrum dovrebbe essere un vanto di cui tutti dovrebbero essere fieri. E invece in Italia c’é chi protesta e l’Europa lamenta di non avere risorse e mezzi».



La verità è che a questo punto il silenzio dell’Europa rischia di diventare complicità morale nelle ripetute stragi di innocenti. Frontex, la polizia di frontiera, secondo la risoluzione approvata dal parlamento europeo, deve occuparsi anche di operazioni umanitarie (come il salvataggio di vite umane). Insomma, Frontex dovrebbe diventare una permanente Mare nostrum europea.

La speranza del nostro governo, è che le cose inizino a cambiare nei sei mesi di presidenza italiana della Ue. Sono ormai 100.500 i “miracolati” arrivati in Italia dal primo gennaio. I centri e le strutture messe a disposizione dagli enti locali cominciano a dare segnali di sofferenza. Le polemiche di un ministro regionale tedesco lasciano il tempo che trovano. Semmai preoccupano i silenzi più autorevoli dei Paesi dell’Europa.



In queste ore diverse segnalazioni raccontano di tante emergenze in atto, che i nostri uomini della Marina militare e delle Capitanerie di porto stanno affrontando. Significa che sono stati avvistati barconi e gommoni in difficoltà. Aspettando l’Europa, Marina militare e Guardia costiera fanno quello che possono.
Fonte:

http://www.lastampa.it/2014/08/24/esteri/aeroporto-agli-islamici-il-parlamento-esiliato-la-libia-sta-esplodendo-7OpiX0t6GeZ1aRCdUxPjfI/pagina.html

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