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domenica 19 ottobre 2014

C’è l’ombra del Fascismo sull’entusiasmo interventista dell’Italia?

7 ottobre 2014 di mcc43

- Monarchia e colonialismo nel passato
– Repubblica e sudditanza nel presente
– Lotta al terrorismo e minacce alla libertà
Con l’Italia coinvolta nell’ennesima missione militare, sebbene dichiarata contro l’Isis, corpo estraneo dentro altri paesi, tornano attuali le riflessioni sull’attivismo bellico variamente configurato del nostro paese.


Nel 2011 Marc Almond, docente di Storia Moderna all’ Oriel College di Oxford, attivista per i diritti umani, Presidente del British Helsinki Human Rights Group , in occasione della partecipazione italiana all’intervento in Libia scriveva in Libya – 100 Years of Bombing, or Is Fascism the Forgotten Root of Humanitarian Intervention?

In coincidenza- con il compleanno dell’Italia, il governo di Silvio Berlusconi ha deciso di mettere a disposizione degli alleati della NATO sette basi aeree per i bombardamenti sulle forze del colonnello Gheddafi.Per coincidenza- questo è avvenuto a cento anni da quando gli italiani inventarono i bombardamenti aerei e ne avviarono la pratica con estrema precisione sulla Libia. A un secolo di distanza della sua nascita sanguinaria il bombardiere torna in scena. Clio sembra provare un perverso godimento a far sì che la storia si ripeta, prima in qualità di imperialismo poi come intervento umanitario, senza nemmeno modificare la scenografia.

Il 1 ° novembre 1911, il tenente Giulio Gavotti lanciò la prima bomba da un aereo. Secondo le autorità ottomane, colpì l’ospedale militare di Ain Zara (ndr.sobborgo di Tripoli). Gli italiani fortemente negarono di aver mirato un impianto protetto dalla Convenzione di Ginevra. La moderna guerra aerea e la propaganda vanno di pari passo fin dall’inizio.
[…] L’impatto della seconda guerra mondiale aveva lasciato in Italia una profonda avversione a farsi coinvolgere in una guerra ma, guidato da ex-marxisti, il governo italiano accettò di dare il paese come principale base di lancio per gli attacchi aerei sui Balcani [una parte dei quali era stata per breve tempo inglobata nell’ inglorioso nuovo Impero Romano di Mussolini (1941-43)]. I pescatori dell’Adriatico ancora tremano pensando ai rischi corsi, essere centrati dagli ordigni NATO scaricati in mare.

Nel 2011 un governo con la partecipazione dei “post-fascisti” compete con i “post-marxisti” per giustificare la rinnovata impresa bellica che, giusto in tempo per celebrare l’anniversario, ha fatto dell’Italia la “levatrice” della guerra aerea contro la Libia.QUI LA TRADUZIONE IN ITALIANO DELL’ARTICOLO COMPLETO

Come l’Italia coloniale mantenne il dominio sulla Libia, lo racconta Manlio Dinucci

Gli italiani scatenarono una vera e propria caccia all’arabo: in tre giorni ne furono fucilati o impiccati circa 4.500, tra cui 400 donne e molti ragazzi. Migliaia furono deportati a Ustica e in altre isole, dove morirono quasi tutti di stenti e malattie. Iniziava così la storia della resistenza libica. Nel 1930, per ordine di Mussolini, vennero deportati dall’altopiano cirenaico circa 100mila abitanti, che furono rinchiusi in una quindicina di campi di concentramento lungo la costa. Per sterminare le popolazioni ribelli, furono impiegate dall’aeronautica anche bombe all’iprite, proibite dal recente Protocollo di Ginevra del 1925. La Libia fu per l’aeronautica di Mussolini ciò che Guernica fu in Spagna per la luftwaffe di Hitler: il terreno di prova delle armi e tecniche di guerra più micidiali. ved. anche Gli anniversari disonorevoli:l’Italia e Tripoli

Nei confronti di questi interventi orchestrati sempre più spesso dagli Stati Uniti, insieme alla Francia e alla Gran Bretagna, la maggioranza degli Italiani si comporta con indifferenza o manifesta approvazione. Potrebbe essere tempo di chiedersi se l’antifascismo non si sia nel tempo sclerotizzato in celebrazioni delle ricorrenze. Se sia trascurabile il pericolo di un fascismo rimodernato come un vecchio vestito, ornato di senso di superiorità, talvolta di razzismo e xenofobia. Il neo-fascismo sta davvero soltanto nelle organizzazioni che si palesano, come CasaPound?
Le domande spiacevoli sono, non di rado, quelle più necessarie. Anche tempestive ora che si tratta di applicare la Risoluzione 2178 approvata da una manciata di stati nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU che impone di varare nuove leggi per impedire “il reclutamento, l’organizzazione, il trasporto o l’equipaggiamento di persone che si recano in uno Stato diverso dal loro di residenza o cittadinanza ai fini della perpetrazione, pianificazione o partecipazione ad atti terroristici”.
Formulazioni neutre che nella pratica si traducono in un controllo sui cittadini e che, è prevedibile, verrà applicato con maggior rigore sugli immigrati di prima e seconda generazione, i quali dovranno dimostrare di non recarsi all’estero per delinquere con i terroristi. Ma non solo: poichè Hamas è considerata organizzazione terroristica, sarà possibile ancora per gli italiani che vogliano andare a Gaza continuare a farlo? O oltre ai controlli d’Israele o dell’Egitto, carcerieri della Striscia, dovranno subire quelli del Governo italiano?
preso da: http://mcc43.wordpress.com/2014/10/07/italia-libia-fascismo-giulio-gavotti-interventi-umanitari-terrorismo/

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