Translate

lunedì 21 dicembre 2015

Le milizie armate e i gruppi jihadisti in Libia


Libyan General Khalifa Haftar, chief of army loyal to internationally recognized government, speaks during news conference in Amman, Jordan 
5ottobre 2015
Sono oltre 1.700 i gruppi armati attivi in Libia dalla caduta di Gheddafi. Ecco chi si contende quel che resta del futuro di questo Paese.
di Marco Giaconi
Dalla caduta di Gheddafi nel 2011, la Libia è teatro di scontri tra centinaia di fazioni armate. Oltre l’esercito regolare che risponde al governo di Tobruk guidato dal premier Abdullah Al Thinni, ci sono più di 1.700 tra gruppi autonomi e milizie attivi nel Paese.

L’esercito regolare libico è ben armato ma non molto organizzato e con poca voglia di combattere. È formato da più di 35 brigate, alcune stanziali, altre multiuso. Il comando è nelle mani del generale Khalifa Haftar, ( uomo della CIA) ,Haftar emigrò successivamente negli USA, prendendo in affitto una villetta sul Potomac vicinissima sia alla CIA che al dipartimento di Stato. Il che la dice lunga sui suoi rapporti con Washington.

Le forze armate libiche sono dotate di ottime pistole di precisione CZ99, prodotte dalla società serba Zastava e copiate dalla israeliana KSC con il nome Golan. Sempre dalla Serbia arrivano: i fucili Zastava M21, una copia evoluta dell’AK 47 Kalashnikov, precisi come i fucili mitragliatori russi ma adattabili ai proiettili calibro NATO; i fucili da cecchini Zastava M07, progettati sulla base del vecchio Mauser 98, capaci di sparare a oltre un chilometro a seconda dell’ottica usata; i fucili anticarro Zastava M93 Black Arrow, in grado di colpire a oltre due chilometri di distanza. Un altro fucile d’assalto a disposizione dell’esercito regolare libico è il belga FNF2000, un’arma modulare modernissima a fuoco selettivo. Era, fino a poco tempo fa, in dotazione ai servizi belgi e francesi.

(Il generale Khalifa Haftar, capo delle forze armate libiche)

I libici hanno a disposizione molte armi di fabbricazione sovietica, come la pistola semiautomatica TT-33. Non poteva mancare l’AK 47, il vecchio fucile d’assalto che, come dicevano i soldati sovietici, “non si inceppa mai”. Tra i fucili d’assalto di origine sovietica ci sono anche l’AKM (antenato dell’AK 47), l’RPK (un fucile più lungo e preciso dell’AKM), i DShK (fucili mitragliatori pesanti), la pistola PK, la mitragliatrice leggera Deghtyaryov, la mitragliatrice multiruolo Zastava M84, i fucili da cecchini Dragunov e Zastava M91 e la mitragliatrice pesante M02 Coyote.

Per quanto riguarda i carri armati, l’esercito regolare libico possiede T-34, T-55, T-62 e T-72, tutti di fabbricazione sovietica. Il trasporto truppe è gestito con i BTR-60, a otto ruote e armati. I modelli in dotazione sono il piccolo BRDM-2 (sovietico), i carri armati BMP-1, il più moderno BMP-3 (armato anche per l’attacco), il MIMR (pick up armato prodotto ad Abu Dhabi, i libici ne hanno ancora 169 in servizio).

All’esercito regolare libico armi sono arrivate anche da società italiane (20 Puma Afv con rilevatori di armi remote) e statunitensi (200 vecchi Humvee).

L’artiglieria dei libici è formata dai Nora B-52 (serbi), dai lanciarazzi multipli GRAD BM-21, dall’italiano Palmaria (155 millimetri), dal piccolo lanciarazzi portatile Tipo 63, dal bazooka Carl Gustav (84 millimetri), dal lanciarazzi leggero M40 (americano) e dall’ anticarro M79Osa (serbo).

Gli elicotteri a disposizione sono i serbi Pegaz 011 (ricognizione e sorveglianza) e i russi MilMi-14 (attività anti-sottomarine), Mi-17 (trasporto truppe) ed Mi-24 (trasporto e attacco).

Libyan Army soldiers demonstrate unarmed combat techniques during a military graduation parade for trainees in Tripoli 
(Tripoli, addestramento dei soldati dell’esercito regolare libico)

Gli apparati della sicurezza del governo di Tobruk
Il governo di Tobruk può contare su una serie di reparti delle forze di sicurezza. Il Direttorato della Sicurezza Nazionale è il corpo di polizia. Risponde direttamente al ministero dell’Interno, il suo comandante è Mahmoud Sherif e opera con 9.500 elementi dotati dell’armamento leggero dell’esercito libico.

Anche l’Unità Anticrimine risponde al ministero dell’Interno. Insieme alla Forza Speciale di Deterrenza contrasta lo spaccio di droga e i traffici illeciti. Ben armati, con dotazioni di armi leggere, questi due gruppi sono formati ciascuno da 1.500 agenti.

La Guardia per le Strutture Petrolifere è costituita da circa 20mila elementi, i quali dispongono di armi leggere e, in alcuni casi, di pezzi di artiglieria pesante. Il corpo è collegato alle tribù dell’est libico. Il suo compito principale è tutelare le aree petrolifere (giacimenti, impianti di raffinazione e terminal).

Le forze militari fedeli al governo di Tripoli
Fajr Libia (Alba Libica), la forza armata dei Fratelli Musulmani libici, è dotata di 20.000 elementi. Risponde direttamente al governo islamista di Tripoli, guidato dal primo ministro Khalifa Mohamed Ghwail ed espressione del Congresso Generale Nazionale, l’ex parlamento ripristinato nella capitale. Alba Libica combatte contro l’esercito regolare libico e contrasta le offensive dei gruppi affiliati allo Stato Islamico nell’est della Libia. Possiede numerose armi pesanti (della stessa tipologia di quelle dell’esercito di Haftar) e dispone di almeno 56 carri T-62, oltre a numerosi pick-up armati.

A giugno è stata annunciata la formazione di una nuova coalizione di milizie armate, formalmente denominata “Fronte della Determinazione” ma riconosciuta comunemente come “Alba Libica 2”. A darne comunicazione è stato Saleh Badi, figura politica radicale di Misurata ed ex membro del Congresso Generale Nazionale. “Alba Libica 2” include alcune milizie di Misurata e parte di quelle tripoline fino a poco tempo fa alleate in Alba Libica. Tra queste vi sono la brigata dei rivoluzionari di Tripoli di Haithan Tajouri, la brigata Nawasi e le forze Rada guidate da Abdul Rauf Kara, le Forze Mobili e i membri della milizia Fursan Janzur.

Members of the Libyan pro-government forces, backed by the locals, with weapons are seen during clashes in the streets with Shura Council of Libyan Revolutionaries in Benghazi 
(Combattimenti a Bengasi, aprile 2015)

Le milizie armate
La Sala di Operazioni dei Rivoluzionari Libici è un gruppo filoqaedista, autore nell’ottobre del 2013 del rapimento lampo dell’ex primo ministro Ali Zeidan. Raccoglie varie milizie, tutte di origine salafita o qaedista e opera con 300 elementi. Dispone di diversi pezzi di artiglieria, di molte armi leggere (simili a quelle del vecchio esercito libico), di una decina di carri T-72, di veicoli da trasporto leggero Toyota e MIMR.

Le Brigate di Zintan sono un gruppo di 23 milizie armate, tutte provenienti da Zintan e dai monti Nafusa. Sono schierate sia contro il Congresso Generale Nazionale (il parlamento islamista di Tripoli) che contro i gruppi jihadisti. Hanno una buona catena di comando, operano con almeno 5.300 elementi guidati dall’ex ufficiale di Marina Mukhtar Khalifa Shahub. Ottimamente armate, possiedono molti carri armati e numerosi pezzi di artiglieria. Da tempo le Brigate di Zintan operano in contatto con l’esercito di Khalifa Haftar e possiedono anche un canale tv satellitare, Libya Al Watan. Collegata alle Brigate di Zintan è la Brigata Al Saiqa, l’unità delle forze speciali libiche. I suoi miliziani sono dotati di armi leggere. Dispongono di circa dieci elicotteri Mi-21. Hanno anche una buona rete di dispositivi di riconoscimento-identificazione degli obiettivi di fabbricazione sovietica. Al Saiqa opera con 5.000 elementi e si è unita alle armate di Haftar prima del maggio 2014, quando il generale lanciò l’“Operazione Dignità” contro le fazioni islamiste nella Cirenaica.
La Forza di Scudo per la Libia è stata fondata nel 2012, poco dopo la caduta di Gheddafi. Ha rapporti strutturati con Al Qaeda. Lo Scudo-1 è legato al Consiglio della Shura dei Rivoluzionari di Bengasi, un’organizzazione definita come terrorista dal governo di Tobruk. Lo Scudo Occidentale combatte a sud e a est di Tripoli ed è collegato al dirigente di Al Qaeda Abd al-Muhsin al Libi, già membro del vecchio gruppo jihadista Libyan Islamic Fighting Group, che il regime gheddafiano, tramite Al Saif Al Islam Gheddafi, aveva gestito in termini di sostanziale appoggio al vecchio governo del Colonnello. Lo Scudo Centrale è quello che ha conquistato l’aeroporto di Tripoli, possiede in totale 68 carri T-62 e circa 35 T-72, in gran parte acquisiti con i finanziamenti iniziali del governo centrale. In totale, può contare su 5.100 uomini.

La Brigata Al Qaqa è composta, secondo fonti affidabili, da ben 18.000 combattenti, è ben fornita di armi leggere e di pezzi di artiglieria, ma si occupa anche di contrabbando e di commercio di droga, oltre che di rapimenti dei politici della Camera dei Rappresentanti (il parlamento di Tobruk) nonostante sia posta sotto il controllo del ministero dell’Interno e abbia il compito di proteggere i membri del parlamento e del governo guidato da Abdullah Al Thinni.

Al Sawaiq è una brigata sempre originaria di Zintan, composta da elementi di Zintan residenti a Tripoli, con 2.000 uomini, armi e uniformi simili a quelle dell’esercito di Haftar.

Le Brigate di Misurata sono un gruppo di circa 40.000 elementi, con circa 800 carri armati, tutti sovietici, e oltre 2.000 veicoli leggeri con artiglieria e armi anticarro.

La Brigata dei Martiri del 17 Febbraio è esplicitamente islamista e salafita, opera con 12 battaglioni ed è finanziata dal ministero della Difesa libico. I militari sono almeno 3.500. Possiede armi leggere e pesanti, un gruppo di fuoco notevole con 12 T-72.

I gruppi jihadisti
Ansar Al Sharia, responsabile dell’uccisione del console americano a Bengasi Christopher Stevens nel 2012, è nata da una costola di Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM). È composta da 15.000 uomini bene armati, con strutture di trasporto formate da pick-up con artiglieria leggera a bordo. Ansar Al Sharia negli ultimi mesi ha perso molti dei suoi miliziani, attratti dalla nascita di un Califfato Islamico in Libia e, soprattutto, da paghe e condizioni d’ingaggio nettamente favorevoli. A fine settembre ha negato categoricamente ogni supposta affiliazione allo Stato Islamico.

An Islamic State militant holds a gun while standing behind what are said to be Ethiopian Christians in Wilayat Fazzan, in this still image from an undated video made available on a social media website 
(Miliziani di ISIS nel Fezzan, aprile 2015)

In continua evoluzione è invece il ruolo dello Stato Islamico. A inizio luglio ISIS ha perso il controllo di Derna, sua roccaforte dall’ottobre del 2014 il locale Consiglio della Shura della Gioventù Islamica aveva dichiarato fedeltà al Califfo Abu Bakr Al Baghdadi.

Nonostante questa sconfitta, la sua influenza in Libia è in costante crescita. Attualmente controlla Sirte, la città natale dell’ex Rais , oltre 200 chilometri di costa tra Sirte, Ben Jawad e Nawfaliya, un aeroporto (Al-Ghardabiya), gli impianti di distribuzione idrici del Great Man Made River (attraverso cui l’acqua dolce dal Sahara arriva fino alla costa) e giacimenti di petrolio e gas. È controversa al momento la presenza di ISIS a Tripoli, dove alcune sue cellule affiliate sono entrate in contrasto con le milizie di Alba Libica.

Tra gli altri gruppi jihadisti più attivi c’è il Consiglio della Shura dei Combattenti di Derna, formazione rivoluzionaria libica di matrice jihadista che sta combattendo contro lo Stato Islamico nella sua ex roccaforte.

Preso da: http://www.lookoutnews.it/category/speciali/speciale-libia/

Nessun commento:

Posta un commento