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venerdì 29 luglio 2016

Tutte le ombre di Hillary Clinton, la candidata dell’establishment

20 luglio 2016

Mentre i media occidentali generalisti focalizzano la loro attenzione sul discorso-plagio di Melania Trump pronunciato alla convention repubblicana, la candidata democratica alla Casa Bianca Hillary Clinton sembra essere immacolata e molto viene taciuto sulle pesantissime ombre presenti nella biografia della già senatrice ed ex Segretario di Stato. Ma l’ex first lady rappresenta davvero un’alternativa valida e credibile rispetto al tycoon miliardario Donald trump, su cui da mesi si concentra il fuoco della stampa “progressista” di mezzo mondo? Oppure c’è qualcosa che sfugge alla stragrande maggioranza dei mezzi di informazione?

Scandalo email-gate. Un’indagine archiviata frettolosamente
Andiamo con ordine. Come evidenziato da «Rete Voltaire» lo scorso giugno, in merito al recente scandalo «emailgate», «il rapporto del Dipartimento di Stato sulla posta elettronica di Hillary Clinton e i diversi atti giudiziari che sono seguiti dimostrano che la Clinton si è resa colpevole di: ostacolare la Giustizia, insieme ai suoi consiglieri (Sezione 1410); ostacolare inchieste criminali (Sezione 1511); ostacolare l’applicazione della legge locale e federale (Sezione 1411); Reato federale di negligenza nella trattazione d’informazioni e documenti classificati (Sezione 1924); detenzione, nel computer di casa sua e su server non sicuro, di 1.200 documenti segreti (Sezione 1924); Fellonia. A un giudice federale, e sotto giuramento, la Clinton ha dichiarato di aver consegnato al Dipartimento di Stato tutta la sua posta elettronica. Invece questa settimana l’ispettore generale del Dipartimento di Stato ha dichiarato che quanto affermato dalla Clinton è falso (Sezione 798);
La Clinton ha altresì dichiarato sotto giuramento di essere stata autorizzata dal Dipartimento di Stato a utilizzare il proprio computer personale per lavorare da casa. L’ispettore generale del Dipartimento di Stato ha dichiarato questa settimana che anche quest’affermazione è falsa (Sezione 798); La Clinton non ha avvertito le autorità, e nemmeno il Dipartimento, che il suo computer personale era stato violato diverse volte. Purtuttavia, la Clinton ha richiesto al suo amministratore di sistema di intervenire per migliorarne la protezione; Concussione e favoreggiamento. La Fondazione Clinton e la signora Clinton sono state corrotte per fare in modo che il Dipartimento di Stato chiuda gli occhi su numerose pratiche (Legge Rico e Sezione 1503)».
Accuse che l’FBI ha messo frettolosamente nel cassetto, in modo assai discutibile, limitandosi ad affermare che si tratta di un comportamento «estremamente negligente quello di utilizzare indirizzo e-mail e server privati durante il suo mandato da segretario di Stato, ma non di un reato». Tanto che lo sfidante repubblicano Donald Trump non ha usato mezzi termini per definire, quello americano, un «sistema corrotto».
Libia, Siria e Medio-oriente.
Da Segretario di Stato (2009-2013), Hillary Clinton, prove alla mano, è responsabile della destabilizzazione di un Paese sovrano come la Libia e dell’uccisione di Gheddafi. «Obama e la sua segretaria di stato Hillary – scriveva il giornalista Maurizio Blondet l’8 marzo scorso – volevano non solo rovesciare Gheddafi, ma erano ben consci che stavano dando il potere a terroristi di Al Qaeda. Il Qatar e gli Emirati Arabi stavano spedendo armamento pesante ai ‘ribelli’ islamisti “sotto la protezione e supervisione Usa e NATO”: questo si deduce da un’altra testimonianza giurata raccolta dall’organizzazione civica CCB , la ex dirigente della CIA Clare Lopez. Gheddafi, racconta la Lopez, “collaborava da anni a tener sotto Al Qaeda nel Maghreb Islamico. Nelle sue prigioni c’erano i jihadisti di AL Qaeda”. Il governo del dittatore era riuscito anche a intercettare parte delle forniture di armamenti che Katar e Emirati mandavano ai wahabiti libici».
Gravissime responsabilità nel Medio-oriente di cui parla anche la scrittrice americana Diana Johnstone nel suo ultimo libro («La Regina del Caos»), qui intervistata da «Gli Occhi della Guerra»: «Il suo ruolo è stato enorme. Se c’è un’opzione militare, lei la sostiene. Ha votato per l’invasione dell’Iraq nel 2003 ed è orgogliosa di rivendicare la propria responsabilità nella disastrosa guerra libica in quanto ha eliminato un dittatore: se le cose in Libia sono andate male è perché gli Stati Uniti avrebbero dovuto fare di più e non di meno. Ha sempre chiesto un intervento aggressivo contro Assad in Siria e la sua ostilità nei confronti dell’Iran è senza limiti. Tutto questo l’ha resa cara ai sostenitori di Israele, come il miliardario Haim Saban. In breve, ha completamente adottato la posizione dei “neocon”: qualsiasi nemico di Israele è un nemico degli Stati Uniti, e il suo regime deve essere o rovesciato o suddiviso in pezzi . La sua politica in Medio Oriente è di allineamento totale con Israele, che non impedisce un forte attaccamento all’Arabia Saudita, reso possibile grazie alla sua assistente Huma Abedin».
Geopolitica e NATO.
Secondo l’analista Pepe Escobar, in un’analisi pubblicata da Sputnik International e tradotta in italiano da Saker Italia, qualora dovesse diventare Presidente degli Stati Uniti, Hillary Clinton proseguirebbe la politica aggressiva della NATO: «Per troppo tempo la NATO si era concentrata sulle operazioni “fuori zona”; almeno dal 1993 quando per la prima volta nacque l’idea. Il risultato è stato la “Proiezione della Stabilità”, da parte della NATO, in Afghanistan – dove è riuscita a perdere in modo miserabile una guerra contro un manipolo di tribù, armate di Kalashnikov – ed in ‪‎Libia‬ – dove ha trasformato uno stato nazionale stabile, in un deserto devastato dalle milizie. Ed è ancora ben lungi dall’essere finita. Basta guardare il 2° punto del summit di Varsavia: “Proiettare stabilità”. Ecco la missione: “Per salvaguardare la sicurezza all’interno, la ‪‎NATO‬ deve anche proiettare stabilità oltre le sue frontiere. Ecco la NATO nelle vesti di Robocop Globale – un progetto destinato a prendere nuovo slancio, nel caso che la candidata neocon/liberal-con, Hillary Clinton, si trovasse al comando della Casa Bianca nel 2017″.
La candidata dell’establishment. Il Sostegno di Soros e Goldman Sachs.
Oltre alla lista dei finanziatori, interessante anche l’apporto economico di Goldman Sachs e dello speculatore George Soros. Un’inchiesta del Washington Post sostiene infatti che Hillary Clinton abbia incassato più di 3,7 milioni di dollari da discorsi a pagamento organizzati da banche e società finanziarie dal 2013 ad oggi. George Soros ha donato circa 8 milioni di dollari attraverso il Super Pac “Priorities USA Action”.
Alla luce dei fatti sopra elencati, i mass-media progressisti e i simpatizzanti-sostenitori della candidata democratica, dovrebbero spiegare quali sarebbero gli effetti benefici di un’elezione di Hillary Clinton alla Casa Bianca per gli equilibri mondiali. Certo è che la campagna mediatica da qui a novembre, ne siamo purtroppo consapevoli, le darà una mano. Anche a costo di sotterrare queste scomode verità.

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