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giovedì 20 luglio 2017

Il RATTO Serraji alza la voce: "pronti a bombardare gli scafisti", con le armi che non ho

Libia, la svolta anti scafisti di Sarraj: “Pronti a bombardare le loro navi”

La mossa del premier è un messaggio all’Ue: disposti a misure estreme. Il governo minacciato dall’avanzata di Ghwell.
 
REUTERS
Migranti soccorsi in Libia dall’intervento della Guardia costiera








inviato a beirut
Usare l’aviazione contro «l’emigrazione illegale». Cioè bombardare le navi degli scafisti che partono dalle coste libiche dirette verso l’Italia. Non è una provocazione ma un ordine diretto del premier Fayez al-Sarraj alle sue forze armate. Un’accelerazione improvvisa nella lotta ai trafficanti di uomini arrivata alla vigilia delle visita del ministro dell’Interno Minniti, atteso oggi a Tripoli per una missione che ha come scopo principale frenare l’afflusso dei migranti dalle frontiere meridionali della Libia. Minniti – che ieri è stato a Berlino dove ha incontrato l’omologo Thomas De Maiziere – vedrà oggi 13 sindaci del Sud della Libia per convincerli a mobilitarsi contro i trafficanti di uomini.


Il primo ministro riconosciuto dall’Onu, e che ha nell’Italia il suo principale alleato, cerca così di dare il suo contributo in un momento difficile per Roma, che si è ritrovata sola in Europa di fronte a una crisi epocale. Al-Sarraj, anche capo supremo delle Forze armate, chiede l’uso delle forze aeree contro «l’emigrazione illegale» e il «contrabbando di carburanti», una piaga che crea malcontento fra la popolazione. Ma questo è il «messaggio interno». Quello all’esterno è rivolto all’Italia e all’Europa: siamo pronti anche a misure estreme.

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha invece invocato l’aiuto della Guardia costiera libica per fermare le partenze: «Dobbiamo assolutamente bloccarle utilizzando tutti gli strumenti che abbiamo. Attraverso i satelliti si vede esattamente quali barche stanno caricando le persone e, con l’impegno della Guardia Costiera Libica, si può bloccare la partenza degli immigrati». Sul piano pratico è difficile capire come funzionerà il piano di Al-Sarraj. Affondare imbarcazioni con i cacciabombardieri non è un’operazione chirurgica. Il rischio di fare un massacro è alto. Il governo Al-Sarraj poi non dispone di una «sua» aviazione. Sono le milizie di Misurata ad avere a disposizione alcuni Mig-23, che sono stati usati nella battaglia di Sirte contro l’Isis. Non sono però dotati di bombe di precisione a guida laser, un’altra controindicazione.

A naso l’ordine sembra più una mossa propagandistica. Al-Sarraj ha un grosso debito di riconoscenza nei confronti dell’Italia. La base di Abu Sitta, dove di solito risiede a Tripoli, è protetta dalle nostre forze speciali. I militari della Folgore sono a guardia dell’ospedale da campo di Misurata, che ha curato i feriti nei combattimenti a Sirte ed è un importante presidio a protezione anche della capitale. Il premier ne ha più che mai bisogno. L’ex primo ministro islamista Khalifa Ghwell ha orchestrato da Khoms, a metà strada fra Misurata e Tripoli, una massiccia offensiva. Oltre ai suoi uomini, partecipano la milizia Samoud del colonnello Sala Al-Badi, comandante dell’operazione «Alba Libica», e miliziani affiliati alle Benghazi Defence Brigades, un cartello di gruppi islamisti in prima linea nella lotta contro il generale Khalifa Haftar in Cirenaica. Segno che il fronte di Ghwell si è ancor più radicalizzato.

L’assalto di Ghwell è stato fermato ieri dopo una battaglia di tre giorni a Garabulli, conosciuta anche come Castelverde, 60 chilometri a Est di Tripoli. Le forze islamiste si sono dovuto ritirare, dopo aver subito la perdita di quattro uomini, più altri 21 feriti. Ma hanno ripiegato verso Tarhuna, dove si sono di nuovo raggruppate con l’obiettivo di avanzare verso Tripoli da Sud. Fonti locali parlano di «500 veicoli armati» coinvolti. A sbrogliare la situazione è intervenuta la Brigata Tripoli, la più potente milizia alleata di Al-Sarraj, che ha «ripreso il controllo di tutte le vie di comunicazione» attorno a Garabulli. Al-Sarraj si è anche consultato con il consigliere militare speciale dell’Onu, Paolo Serra. Il generale ha invitato a mettere in primo piano «la salvaguardia dei civili» e l’instaurazione di «un cessate-il-fuoco». Ma non è quella l’aria che tira, quanto piuttosto di una resa dei conti fra Ghwell e Al-Serraj.

Preso da: http://www.lastampa.it/2017/07/13/esteri/libia-la-svolta-anti-scafisti-di-sarraj-pronti-a-bombardare-le-loro-navi-3YQPy6251nBIZePe25WeMM/pagina.html

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