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mercoledì 20 settembre 2017

Libia, così sui migranti Francia e Regno Unito pugnalano alle spalle l'Italia


Il premier Paolo Gentiloni e il presidente francese Emmanuel Macron
Il premier Paolo Gentiloni e il presidente francese Emmanuel Macron (ANSA/ETTORE FERRARI)

TRIPOLI - Londra, Parigi, Roma: unite o divise sulla gestione della crisi libica e sul conseguente fenomeno migratorio? La domanda sorge spontanea, dopo che il sito panarabo Al Araby 21, ripreso dall'Ansa, ha riferito di «incontri» fra «delegazioni inglesi e francesi» con «alcuni capi dei gruppi armati nella città di Sabratha, a ovest della capitale Tripoli», e in cui si sarebbe discusso di flussi migratori illegali, criticando per giunta l'intervento dell'Italia in materia.

L'incontro misterioso
Il portale arabo, che cita alcune «fonti» riservate, ricostruisce in questi termini l'episodio: «Un diplomatico britannico e un certo numero di membri dell’ambasciata britannica a Tripoli hanno tenuto una riunione con un dirigente militare a Sabratha, che è stato uno dei compagni dell’ex capo del consiglio militare di Sabratha Omar Mukhtar Al Madhuni», ucciso in scontri nel 2014. Nel corso del vertice, il diplomatico britannico ha presentato le «ultime statistiche sui flussi migratori, che indicavano la diminuzione del numero di immigrati e ha discusso nel dettaglio le ragioni della riduzione», esprimendo peraltro «insoddisfazione per il modo in cui l’Italia tratta il dossier immigrazione in Libia».
Pugnalate alle spalle
Dopo l'iniziativa di Emmanuel Macron che, patrocinando gli accordi di Parigi tra il premier del governo di unità nazionale Faiez al-Sarraj e il generale nemico Khalifa Haftar, ha strappato definitivamente la leadership a Roma, sarebbe oggi Londra a mettere in discussione le strategie messe in campo dall'Italia per limitare gli sbarchi.
Esposito (Copasir): Ingerenza gravissima
Secondo il senatore e membro del Copasir Giuseppe Esposito, «sarebbe gravissimo se venissero confermate le indiscrezioni filtrate sui media libici riguardo gli incontri di rappresentanti diplomatici di Francia e Regno Unito con i capi dell’esercito libico per criticare la gestione italiana finalizzata a fermare gli sbarchi sulle nostre coste». A suo avviso, si tratterebbe di una vera e propria «ingerenza», che «confermerebbe gli oscuri interessi di Paesi considerati amici e alleati nei confronti della politica estera dell’Italia».
Dietro alla motivazione umanitaria
Esposito aggiunge: «Tra l’altro se i Paesi che si professano nostri alleati hanno intenzione di aiutarci a migliorare anche le condizioni dei campi profughi in Libia e la salute dei migranti che stazionano nel Paese, possono chiederlo alla luce del sole». Senza mettere in atto «azioni di disturbo» che riportano alla memoria lo scellerato intervento del 2011 contro Gheddafi, che diede origine alla crisi che stiamo vivendo. Ora come oggi, conclude, «la motivazione umanitaria nascondeva interessi ben più ampi e diversi».

Preso da: https://www.diariodelweb.it/italia/articolo/?nid=20170912_446875

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