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domenica 15 ottobre 2017

Chi controlla realmente i soldi? Alla scoperta dell’inquietante Banca dei Regolamenti Internazionali, passando per il caso greco.

La Banca dei regolamenti internazionali è un'organizzazione internazionale avente sede sociale a Basilea, in Svizzera. Fondata nel 1930 in attuazione del Piano Young, essa è la più antica istituzione finanziaria internazionale. Pur essendo un'organizzazione internazionale, la BRI è strutturata come una società anonima per azioni, avente un Consiglio di amministrazione e un direttore generale; tuttavia, le sue azioni possono essere sottoscritte unicamente da banche centrali o da istituti finanziari designati. Attualmente possiedono quote azionarie, e sono pertanto rappresentate alle sedute dell'Assemblea generale, 55 banche centrali, nonché la Banca centrale europea.






«Datemi il controllo sulla moneta di una nazione e non mi preoccuperò di chi ne fa le leggi».
Questa triste massima di Mayer Amschel Rothschild, banchiere tedesco del XVIII secolo, fondatore dell’impero bancario della famiglia Rothschild, una dinastia tra le più influenti del pianeta, ci introduce in uno degli argomenti più spinosi della nostra epoca: il controllo dell’emissione della moneta.
Apparentemente, potrebbe sembrare un argomento di scarsa importanza rispetto alle più concrete questioni politiche che i governi devono affrontare nel corso delle legislature. Ma il caso greco ci motiva particolarmente ad affrontare il tema dal punto di vista dei complottisti quali siamo!
Le regole che di scelgono per far funzionare il meccanismo che serve ad immettere denaro nel sistema economico di un paese sono quelle che maggiormente ne determinano il reale andamento dell’economia, più delle politiche fiscali e di sviluppo.

Tali regole sono in grado, sul medio e lungo periodo, di aumentare o contrarre il divario tra tuttotenenti e nullatenenti e di favorire il progressivo e invasivo accaparramento delle strutture economiche da parte di gruppi elitari di potere.
Quindi, la domanda delle domande è: chi controlla il denaro e chi stabilisce le regole per la sua immissione nel sistema economico degli stati nazionali?
Contrariamente a quanto si crede, nel mondo globalizzato nel quale viviamo non sono i singoli stati ad emettere la propria moneta, ma un sistema coordinato di Banche Centrali, le quali prestano il denaro ai governi dietro il corrispettivo di un interesse.
Questo significa che le banconote in circolazione non sono dello Stato, ma di proprietà delle banche centrali. Le banche centrali più famose sono la BCE per l’Europa e la Federal Reserve per gli Stati Uniti. Ma ogni paese o raggruppamento politico-economico di paesi ha la sua banca centrale.
Ok, tu dirai, ma le banche centrali sono di proprietà degli stati, quindi gli stati contraggono debiti con loro stessi! Sono in molti a pensare che gli azionisti delle Banche Centrali siano i singoli governi di una determinata zona economica. In realtà, non è così.
L’azionariato della BCE, per esempio, è composto dalle Banche Centrali Nazionali degli stati che formano l’Unione Europea: Deutsche Bundesbank per la Germania, Banque de France per la Francia, Banca d’Italia per l’Italia e così via.
Al chè, potremmo pensare, come ci si aspetterebbe, che i governi nazionali, tramite la proprietà delle Banche Centrali Nazionali, esercitino un qualche controllo indiretto sulla politica monetaria nell’eurozona. Ma anche in questo caso, non è così. E qui sta il trucco!
Prima di tutto, la BCE e la Federal Reserve godono per statuto di totale autonomia rispetto ai governi europei. Inoltre, l’azionariato delle Banche Centrali Nazionali è composto da banche private, le quali controllano indirettamente la politica monetaria della Banca Centrale Europea, beneficiando dei mega profitti realizzati grazie al tasso d’interesse pagato dai governi degli stati membri.
Quindi, le tasse che paghiamo nella forma attuale, non servono a finanziare i servizi pubblici offerti dallo Stato, ma a rimborsare il prestito e l’interesse alla Banca Centrale Europea, che a sua volta realizza profitto per dei privati! Per vedere le banche private azioniste della Banca d’Italia basta collegarsi al sito dell’istituto e scaricare il pdf ufficiale.
Gli stati nazionali si sono tolti la facoltà di emettere (stampare) moneta, delegando tale fondamentale funzione alle banche centrali di proprietà privata. Dunque, i governi nazionali, per far funzionare lo stato, devono chiedere soldi in prestito ai privati!
Prendiamo il caso Grecia! Nel 2012, la Grecia ha contratto un debito di 30 miliardi di euro con il Fondo Monetario Internazionale (stesso meccanismo delle banche centrali). La Grecia si è impegnata a ripagare il debito in comode rate da 1,5 miliardi l’una.
Ora, però, non è riuscita a pagare la rata di Giugno e di fatto il FMI ha messo in mora la Grecia, proprio come farebbe la tua banca se tu non potessi pagare la rata della tua auto! La condizione per non fallire è chiedere un nuovo prestito, quindi caricarsi di nuovi interessi e regalare tutto il paese alla Troika!
Ecco allora che togliamo la maschera alla BCE, alla Federal Reserve, al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale, i quali sono sono falsi istituti di diritto pubblico in quanto sono di proprietà privata. Siccome svolgono un servizio di pubblica utilità che spetterebbe al governo sovrano, si fregiano indebitamente del titolo di “Istituto di Diritto Pubblico”.
Allora sono le Banche Centrali controllare il denaro? No! C’è un altro organismo internazionale immensamente potente che la maggior parte delle persone non ha mai nemmeno sentito nominare e che controlla segretamente l’offerta di moneta nel mondo intero. Si chiama Banca dei Regolamenti Internazionali e può essere definita come la “Banca Centrale delle Banche Centrali”.

La Banca dei Regolamenti Internazionali

banca-per-i-regolameti-internazionali-logoQuesto molok bancario si trova a Basilea, in Svizzera, ma ha anche alcune filiali ad Hong Kong e Città del Messico.
Si tratta, essenzialmente, della Banca Centrale di Mondo, un potentissimo organismo elettivo che gode di indipendenza e immunità totale nei confronti delle leggi nazionali e di qualsiasi forma di tassazione. Di fatto, la BRI non deve render conto a nessun governo nazionale del suo operato.
Nonostante si tratti di un operatore internazionale, la BRI è strutturata come una società anonima per azione e le sue azioni possono essere sottoscritte unicamente da Banche Centrali o istituti finanziari designati.
Attualmente sono 55 le banche centrali in possesso di quote azionarie e, quindi, rappresentate alle sedute dell’Assemblea generale. Tra queste figura anche la Banca Centrale Europea.
Benché non sia deputata direttamente ad emettere moneta o a concedere prestiti ai governi (art. 5 dello statuto della BRI), la BRI ha come scopo principale quello di promuovere la cooperazione tra le banche centrali e pianificare centralmente il sistema finanziario globale, fornendo specifici servizi finanziari in qualità di Banca Centrale delle Banche Centrali.
Ogni due mesi, come in pochi sanno, i banchieri centrali del mondo si riuniscono a Basilea per il “Global Economy Meeting”, durante il quale vengono prese decisioni che interessano ogni uomo, donna e bambino sul pianeta, eppure nessuno di essi ha voce in capitolo su quello che viene stabilito.
Purtroppo, i mezzi di comunicazione non informano mai su questi incontri dell’elite globale finanziaria. Se ne trova traccia in un articolo del Wall Street Journal del 12 dicembre 2012:
“Ogni due mesi, più di una dozzina di banchieri si incontra a Basilea, la domenica sera, per parlare e cenare al 18° piano di un edificio cilindrico che si affaccia sul Reno. […] Al convito siedono i capi delle maggiori banche centrali del mondo, che rappresentano i paesi che producono ogni anno più di 51 mila miliardi di dollari di prodotto interno lordo, i tre quarti della produzione economica mondiale”.
I banchieri centrali non si riuniscono solo per socializzare e abbuffarsi di stuzzichini e vini pregiati. Gli incontri sono l’occasione per decidere le strategia finanziarie globali nel medio-breve periodo. Le riunioni sono condotte in un clima di assoluta segretezza, tanto che a nessun membro dei rispettivi staff è consentito parteciparvi:
“Tra stuzzichini, vino e chiacchiere, si parla anche di cose serie. I banchieri parlano delle prospettive economiche nei rispettivi paesi. Le riunioni non prevedono la trascrizione di verbali. L’ingresso non è consentito a nessun membro del personale”.
Così il destino dell’economia mondiale è determinato dagli incontri segreti tenuti da un gruppo banchieri di non eletti e di cui nessuno sente mai parlare. Certamente si tratta di un sistema che non brilla in democraticità! Ma è questa la direzione che sta prendendo la “governance globale”.
La Banca dei Regolamenti Internazionali è un’organizzazione che è stata fondata da l’elite globale a opera a vantaggio dell’elite globale. Essa è destinata a diventare uno dei cardini principali del nascente sistema economico mondiale.
L’elite è convinta che le “grandi decisioni” sono troppo importanti per essere lasciate al popolo, e così la maggior parte delle istituzioni internazionali funzionano in maniera totalmente indipendente dal processo democratico. La verità è che questo processo non comincia oggi, ma è stato pianificato da lungo tempo e ha un obiettivo preciso. Ecco cosa scriveva nel 1966 Carroll Quigley, professore di storia presso la Georgetown University:
“Il potere del capitalismo finanziario ha un obiettivo di vasta portata: niente meno che creare un sistema mondiale di controllo finanziario in mani provate in grado di dominare il sistema politico di ogni paese e l’economia del mondo nel suo complesso. Questo sistema deve essere gestito in maniera feudale dalle banche centrali del mondo, le quali agiscono in coordinamento tramite accordi segreti stipulati nelle frequenti riunioni e conferenze a porte chiuse”.
A quel tempo, la BRI era solo all’inizio delle sue attività. Si tratta della più antica, infatti, dell’istituzione finanziaria internazionale più antica del pianeta. Infatti, l’istituto è stato fondato nel 1930, in ottemperanza del Piano Young, pensato per la questione delle riparazioni di guerra che la Germania, uscita sconfitta dalla Prima Guerra Mondiale, doveva onorare nei confronti dei vincitori.
Negli anni successivi, tra il 1933 e il 1945, nel Consiglio di Amministrazione sedettero alcuni tra i maggiori esponenti della gerarchia nazista, come Walter Funk e Emil Puhl, entrambi condannati alla fine del Processo di Norimberga.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la BRI fu accusata di aver aiutato il governo nazista nelle sue mire espansionistiche. Come risultato di queste accuse, alla Conferenza di Bretton Woods del luglio del 1944, la Norvegia propose la liquidazione della Banca dei Regolamenti Internazionali, “il più presto possibile”.
Alla fine di un acceso dibattito, la liquidazione venne approvata, tuttavia la liquidazione della banca non fu mai intrapresa e nel 1948, la decisione venne poi ufficialmente rovesciata. Rimasta in piedi, la BRI si adeguò al nuovo corse della storia. Da quel momento in poi, tutte le banche centrali europee, comprese quelle dei paesi socialisti (eccetto URSS e Germania Est), decisero di aderirvi.
Nel corso degli anni, la BRI è diventata sempre più potente, mantenendo un profilo molto basso, nascosta nel suo palazzo che sembra un hotel abbandonato. Lì si sono decise le svalutazioni delle valute, il prezzo dell’oro, i regolamenti della banche off-shore e l’innalzamento o l’abbassamento dei tassi di interesse.
Oggi la BRI gode di una totale immunità governativa, non paga tasse e ha una forza di polizia privata. Si tratta di un ente, come aveva previsto Mayer Amschel Rothschild, al di sopra della legge.
E allora, chi controlla il denaro? Le banche centrali di tutto il mondo. E chi controlla le banche centrali? La Banca dei Regolamenti Internazionali. E se non ci piace quello che la BRI sta facendo, si può fare qualcosa? No, perchè la Banca dei Regolamenti Internazionali è al di sopra della legge.

Preso da: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/07/04/chi-controlla-realmente-i-soldi-alla-scoperta-dellinquietante-banca-dei-regolamenti-internazionali-passando-per-il-caso-greco/

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